L’ automazione dei taxi per ridurre sensibilmente le emissioni

Pur segnando la fine di un intero settore di impiego, i taxi senza conducente avrebbero significativi benefici ambientali.

di Tom Simonite

Stando a una nuova analisi scientifica, entro il 2030, taxi elettrici in grado di guidare senza conducente potrebbero produrre un ventesimo delle emissioni di gas serra (per miglia) delle normali vetture oggi in circolazione.

In base a quanto si diffonderanno questi taxi automatizzati, il passaggio potrebbe apportare un significativo cambiamento nelle emissioni complessive di gas serra, visto che il settore dei trasporti ammonta oggi al 13 percento delle emissioni globali.

Due ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory della California, Jeffery Greenblatt e Samveg Saxena, hanno pubblicato i risultati di uno studio sul giornale Nature Climate Change Today, in cui spiegano che, stando ai loro calcoli, l’automazione dei taxi potrebbe produrre emissioni al miglio fra l’87 e il 94 percento in meno rispetto a quelle associate a una normale vettura di oggi. Il valore di questa riduzione dipende dal potenziale cambiamento nelle emissioni di gas serra associate alla produzione di elettricità nel 2030.

Lo scenario immaginato dai ricercatori, però, dipende da alcune assunzioni importanti. Si prevede infatti che i taxi automatici siano elettrici e che le vetture vengano riprogettate per essere molto più compatte ed efficienti, tenendo in considerazione la mancanza di un conducente e il numero spesso ridotto di passeggeri.

Lo studio offre ugualmente un’altra, importante prospettiva sul potenziale impatto che una automazione diffusa delle vetture potrebbe presto avere. “Considerando quanto accade con la condivisione, queste vetture permettono di conseguire risparmi energetici maggiori”, dice Greenblatt. “Sono rimasto sorpreso dal costo notevolmente inferiore di una vettura elettrica quando la si utilizza per 70,000 miglia l’anno”.

Negli ultimi anni sono stati fatti importanti progressi hanno permesso verso la commercializzazione della tecnologia necessaria per permettere alle vetture di guidare automaticamente in diverse situazioni. Case automobilistiche quali GM e Tesla hanno intenzione di introdurre presto una tecnologia per la guida automatizzata nelle autostrade.

Potrebbero occorrere ancora diversi anni perché l’automazione si faccia strada anche fra le vetture di tutti i giorni, ma i taxi potrebbero forse essere automatizzati più rapidamente. Sarebbero diversi i vantaggi dietro l’automazione di flotte coordinate di vetture, specialmente per quelle che sono solite seguire percorsi abituali. L’industria dei trasporti ne uscirebbe profondamente trasformata e potremmo assistere alla fine di un intero settore lavorativo. Il nuovo studio suggerisce che l’impatto ambientale sarebbe profondo.

“Penso che in termini di riduzione rientrino perfettamente fra i potenziali bersagli”, dice Ryan Chin, uno scienziato ricercatore del MIT Media Lab che studia il potenziale impatto delle vetture automatizzate.

Uber è un altro esempio di come la tecnologia abbia il potenziale per porre fine all’industria dei taxi. Il servizio ha recentemente investito milioni nell’allestimento di un centro di ricerca dedicato alla guida autonoma, richiamando a sé ricercatori provenienti dal prestigioso dipartimenti di robotica della Carnegie Mellon University.

Alcuni lavori precedenti hanno suggerito che persino l’automazione parziale potrebbe offrire importanti benefici energetici. Uno studio condotto dall’Intelligent Transportation Society of America nel 2014, ad esempio, aveva scoperto che il maggiore impiego dell’automazione nelle vetture avrebbe potuto portare a una riduzione del 2-4 percento nel consumo di benzina nell’arco del prossimo decennio.

La previsione degli effetti di un simile cambiamento tecnologico è inerentemente difficile. “Il futuro dell’energia per i trasporti dipende da come il sistema viene utilizzato dalle persone, ed esistono ragioni per rimanere cauti”, scrive Austin Brown, uno scienziato del National Renewable Energy Lab di Washington, in un articolo di accompagnamento pubblicato nello stesso numero di Nature Climate Change. “Le vetture piccole ed efficienti dovranno competere per i clienti con vetture più grandi, incentrate sul comfort o sulla produttività”

Greenblatt e Saxena sostengono che si potrebbero avere benefici anche con un notevole incremento degli spostamenti (che risulterebbe in un consumo energetico cinque volte superiore rispetto a quello previsto dal loro modello), ma Brown ribatte dicendo che la convenienza dei mezzi automatizzati on-demand potrebbe incoraggiare le persone ad effettuare più spostamenti di quanti non ne compiano oggi. “Non esiste una stima credibile sul possibile incremento della domanda in risposta alla rimozione del guidatore”, dice.

(MO)

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