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    iRobot va in ospedale, ma sta molto, molto bene

    iRobot Corp, creatori dell’Aspirapolvere Robot Roomba, (e di molto altro), ha annunciato che investirà 6 milioni di dollari InTouch Health, una società di telemedicina presente in 80 ospedali in tutto il mondo. Giorgio Metta di IIT commenta l’argomento.

    di Alessandro Ovi

    Anche se 6 milioni dollari rappresentano solo una quota di minoranza nella società, si tratta di un investimento sostanziale, e una forte espansione di un accordo di sviluppo congiunto che le due società avevano annunciato la scorsa estate.Roomba, il robot aspirapolvere, ciò che ha reso famosa iRobot, è solo la punta dell’iceberg di ciò che l’azienda fa.

    iRobot lavora molto per i militari. Produce per esempio, il 510 PackBot, che ha il compito di disarmare bombe. I PackBots iRobot sono stati anche molto utili a a Fukushima dopo lo tsunami dello scorso anno.

    Tenuto conto degli interessi generali della società (e il successo – ha portato a 465 milioni dollari di ricavi l’anno scorso), ha una certa logica per iRobot aver messo gli occhi sul reparto ospedaliero come una nuova frontiera.

    ‘InTouch è un buon partner, dato che è uno dei primi sviluppatori di dispositivi di telemedicina approvato dalla Food and Drug Administration’ ha detto il CEO di iRobot, Colin Angle.

    ‘Il principale obiettivo di iRobot è semplicemente quello di rendere la telemedicina di InTouch più user-friendly. Attualmente, i veri ‘tecnofili’ tra i ranghi dei medici possono utilizzare i robot di InTouch Health, ma una tecnologia più raffinata renderebbe questi robot più facili da utilizzare per una classe più ampia di medici e non solo per gli appassionati di tecnologia.”

    La Robotica per la sanità sta rapidamente diventando un settore affollato. Toyota ha presentato i suoi robot infermieri di recente, e esoscheletri robotici per pazienti paralizzati. Tuttavia i buoni risultati ed il nome di iRobot , combinati con l’esperienza di InTouch (già ben presente in sanità con il prodotto di formazione (Grand Rounds), danno ai due hanno un buon vantaggio iniziale.

    Infatti, Angle sembra già tanto sicuro del successo del nuovo ingresso in ospedale , da essere alla ricerca del suo prossimo mercato, potenzialmente molto più grande: quello della assistenza domestica . “Se abbiamo tecnologie collaudate che funzionano in ambiente ospedaliero, ci troveremmo di fronte ad una buona opportunità di riduzione dei costi per tradurre l’esperienza alla assistenza domestica “, ha detto. ‘In un futuro non troppo lontano, i robot di telepresenza medica non potranno essere solo un punto fermo negli ospedali, ma anche nelle case soprattutto quelle con problemi seri per la presenza di anziani’.

    Tutto ciò punta a un altro esempio in cui la tecnologia consente a iRobot un ritorno al passato: la telepresenza in casa,

    Magari vedremo la rinascita di una visione quasi estinta, chiamata la casa di robotica.

    Alessandro Ovi intervista Giorgio Metta di IIT,

    Abbiamo posto alcune dcoordinatore della ‘facility I Cub’ dell’IIT

    Dr.Metta, quali sono le funzioni della assistenza ospedaliere più adatte ad essere ‘robotizzate’?

    GM. Le cose che si possono immaginare con un robot di tipo umanoide come quello sul quale lavoriamo in IIT (visto che si parla di iRobot immagino che si tratti di applicazioni a breve termine) sono nell’ambito della micro-logistica (portare e smistare medicinali, indumenti o altro materiale “manipolabile” in maniera standard, pasti, ecc.). In questo caso, potrebbero utilizzarsi tecniche per semplificare i compiti al robot (esempio etichette magnetiche, sistemi di posizionamento assistito, rete dedicata per i robot) e renderlo affidabile (aspetto critico per un’applicazione vera). Penso che un’applicazione di questo tipo non sia tanto lontana nel tempo e un progetto di ricerca mirato potrebbe ottenere dei risultati interessanti.

    Si potrebbero anche immaginare applicazioni piu’ avveniristiche dove si utilizza in maniera esplicita’ la capacita’ di comunicare di un robot umanoide per dare informazioni ai pazienti o aiutarli in compiti semplici (prendere un oggetto distante, allarme, comunicare col medico, ecc.), per monitoraggio e sicurezza (tramite telecamere o altri sensori).

    C’e’ un aspetto molto diverso che riguarda invece la chirurgia assistita dalla robotica. Questo mi pare pero’ estraneo al discorso “assistenza” (e’ assistenza al chirurgo).

    E Robot molto specializzati?

    GM. Nel caso di iRobot probabilmente si (essendo un’impresa non credo che possa permettersi il lusso di rischiare). In generale penso che ci potrebbero essere delle applicazioni interessanti anche per robot piu’ sofisticati anche se ci sara’ da giustificarne l’utilizzo rispetto al costo. Per noi come istituto di ricerca sarebbe certamente una possibilita’.

    Ci potrebbe essere un ruolo della Robotica IIT in questo settore?

    GM: Certo. Come ho avuto modo di dire le applicazioni potrebbero esistere nel settore ospedaliero. Il progetto pilota RoboCom sta valutando insieme ad altri partner europei (incluso IIT) proprio la possibilita’ dell’introduzione della robotica nel welfare. Questo progetto potrebbe dare, se finanziato, un impulso notevole alla robotica avanzata in Europa, in Italia e certamente anche in IIT. Il sito del progetto: http://www.robotcompanions.eu/. In questa fase di studio si sta per esempio valutando il contributo della nanotecnologia (che vede IIT come protagonista) e delle scienze dei materiali per la robotica in modo da pensare a robot intrinsecamente sicuri (mossi da attuatori simili ai muscoli), coperti da sensori tattili per identificare il contatto con altre persone o in generale l’ambiente, energeticamente autosufficienti e forti abbastanza da essere utili veramente.

    L’assistenza domestica presenta problemi molto diversi da quella ospedaliera dal punto di vista della Robotica?

    GM. I problemi “difficili” rimangono gli stessi. Percezione, apprendimento automatico, controllo raffinato dei movimenti, sicurezza. Nel caso domestico pero’ non possiamo pensare di modificare in maniera pesante l’ambiente (come si potrebbe fare in un ospedale) e si devono considerare situazioni potenzialmente piu’ destrutturate (la casa e’ in generale piu’ disordinata e meno uniforme dell’ospedale).

    Altri commenti sulle potenzialità di sviluppo e sulle nuove soluzioni necessarie

    GM. Credo che i problemi fondamentali rimangano quelli citati sopra: percezione, apprendimento, controllo e sicurezza del robot. Penso che un passo importante sara’ fatto dai nuovi materiali applicati alla robotica senza i quali sara’ difficile immaginare un progresso soddisfacente (un robot di motori e alluminio e’ intrinsicamente poco sicuro). IIT si posiziona bene per contribuire a tutti questi aspetti avendo a disposizione dipartimenti e unita’ che progettano i robot, il software, gli algoritmi di visione e in generale percezione (tatto, vista, udito), controllo e nuovi materiali. Per gli aspetti di apprendimento e controllo studiamo anche come il cervello risolva problemi simili e utilizziamo queste nuove soluzioni nei nostri robot.

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