Presidente di Indesit Company
di Massimiliano Cannata
Credo fortemente nella collaborazione tra pubblico e privato, non penso siano due mondi distinti, obbligati a perseguire interessi diversi. Al contrario: da una maggiore collaborazione otterremo tutti maggiori vantaggi. È necessario che le imprese italiane, per restare competitive, investano in innovazione e abbiano la possibilità di selezionare i talenti migliori per pensare in grande e continuare a crescere. Chi fa le scelte politiche deve aiutarci a intraprendere questa strada e a ottenere risultati di eccellenza. Il sistema industriale italiano è costituito da piccole imprese che non hanno la forza di internazionalizzarsi, ma che hanno bisogno di farlo per essere competitive.
Quando si dice imprenditore, si pensa a figure come Vittorio Merloni. Nato a Fabriano nel 1933, laureato in economia e commercio, sposato e padre di quattro figli, la sua carriera inizia nel 1960 nell’azienda di famiglia. Nel 1975 quando nasce la Merloni Elettrodomestici, oggi Indesit Company, ne diviene presidente, rimanendone fino a oggi alla guida. È stato insignito del Premio Leonardo per l’internazionalizzazione dell’impresa e, nel corso del vertice italo-russo che si è svolto recentemente a Bari, ha ricevuto il Premio dei Presidenti per l’attività manageriale svolta oltre frontiera.
Indesit Company è tra i primi players globali del settore elettrodomestici. Nel 2015 ci saranno otto produttori che competeranno nel mercato internazionale: due americani, tre asiatici, tre europei. Tra questi il nostro Gruppo ci sarà, in Europa avremo la leadership con EleCtrolux e Bosch Siemens. Aveva detto così un anno fa all’assemblea degli azionisti, è sempre dello stesso parere?
La mia non era una previsione dettata dall’istinto, ma un’affermazione fondata sull’analisi di alcuni dati. Attualmente siamo presenti in 36 paesi, in Europa il mercato globale di riferimento è di oltre 300 milioni di persone, ho la responsabilità di guidare oltre 17 mila dipendenti. Ricordo un numero per tutti: le risorse dedicate agli investimenti, negli ultimi sei anni, assommano globalmente a più di due miliardi di euro, mentre l’indebitamento, nello stesso periodo è stato fortemente ridimensionato. Stiamo puntando sulla leva strategica del capitale umano e della ricerca, che sono il presupposto per far nascere prodotti d’avanguardia capaci di coniugare la sfera dell’utilità e quella della passione e quindi di conquistare il pubblico a tutte le latitudini.
Risale a due anni fa il cambio del nome aziendale, un fatto che non ha avuto solo una valenza simbolica perché è coinciso con una strategia di rafforzamento della presenza internazionale e con una politica industriale orientata alle acquisizioni. In che modo il nuovo biglietto da visita riassume il patrimonio di filosofia e i valori distintivi della Merloni Elettrodomestici ?
Quello che è cambiato non è il nostro modo di essere, ma il nostro orizzonte relazionale: nonostante le nostre indubbie e a noi care radici italiane, la nostra vera dimensione di oggi è quella internazionale. Ci siamo preparati alla sfida del futuro dotandoci di una nuova organizzazione e di una nuova mentalità. Oggi l’oggetto che va in produzione dice qualcosa, parla al consumatore che entra in relazione con le marche, chiedendo affidabilità, garanzia, fiducia. Il nostro Gruppo è pronto a cogliere tutte le opportunità che si possano presentare. Abbiamo avviato delle attività in Cina, stiamo valutando le opportunità che potrebbero presentarsi in India e non ci lasceremo sfuggire altre opportunità future. Più che grandi acquisizioni, come quelle fatte in passato, si tratterà di joint venture, collaborazioni e co-manufacturing con altre aziende.
L’Europa sta cercando di scacciare le paure che hanno dominato il passato più recente riprendendo a correre. Secondo statistiche ufficiali della Commissione Europea, la disoccupazione è ai minimi storici, mentre sale la fiducia delle imprese e dei consumatori. Con quali effetti sulla vitalità delle nostre imprese?
Il terreno di confronto è ormai identificabile con tre principali macroaree: l’Asia, gli Stati Uniti e l’Europa. La nostra sfida deve partire dall’Italia, cioè da quei valori che ci appartengono e ci distinguono dal resto del mondo, ma si colloca in un territorio necessariamente europeo, più adatto ad affrontare le nuove sfide dell’età globale. Nel suo piccolo Indesit Company ha cercato di compiere un percorso di internazionalizzazione, investendo tantissimo, soprattutto in innovazione.
In Italia i dati della ripresa hanno trovato conferma nel primo trimestre di quest’anno. Il tasso di incremento della produzione industriale potrebbe farci chiudere l’anno con una crescita del PIL pari al 2,5 per cento. Scenario diverso quello degli USA, i cui mercati fanno trasparire le prime tracce di una possibile crisi. Quali strategie intende adottare il suo Gruppo nel prossimo futuro per sfruttare al meglio i vantaggi della ripresa?
Qualità e innovazione sono i fattori che ci permettono di competere con competitor sempre più agguerriti. Inoltre il nostro management è ben consapevole del fatto che per sopravvivere sui mercati globali non basta un buon prodotto, ma è necessario sviluppare ulteriormente elementi intangibili come per esempio il marchio: fattore altamente competitivo, senza perdere di vista i valori: innovazione, rispetto, ambizione, genuinità e attenzione verso tutti gli stakeholders. Per questo stiamo aumentando gli investimenti per mantenere ai massimi livelli la sicurezza dei luoghi di lavoro e per stimolare le nostre persone a leggere i segnali di cambiamento che provengono dai contesti internazionali.
Per fare ricerca e innovazione occorre spezzare vecchi equilibri di potere, creare spazi per le nuove idee, realizzare servizi sofisticati e merci a maggior valore aggiunto, mobilitare risorse ed energie per sfruttare le opportunità offerte dai mercati emergenti. L’innovazione di Indesit Company è congruente con questo modello ?
Per noi innovare significa innanzi tutto attenzione alla tecnologia, al design e soprattutto alle nuove esigenze dei consumatori. Chi lavora in Indesit Company e condivide da anni una filosofia aziendale ben determinata sa benissimo di dover operare su un prodotto che deve essere prima di tutto popolare. Però sa anche che, nei limiti imposti dal mercato, bisogna creare dei prodotti che oltre a essere funzionanti, siano anche innovativi e belli da vedere. La nostra sfida è cominciata nel momento in cui abbiamo potuto constatare che un fattore decisivo di crescita per il nostro business è rappresentato dalla curva di evoluzione tecnologica. Questo ci obbliga a monitorare continuamente la capacità di innovazione che poi coincide con la capacità di stare sul mercato.
Quali sono filoni di innovazione tecnologica che considerate strategici per lo sviluppo del business?
L’innovazione è un elemento trasversale a tutte le aree aziendali. L’attenzione alle esigenze del consumatore spinge poi il gruppo di progettisti di Indesit Company a sviluppare apparecchiature capaci di garantire le migliori prestazioni e un grado elevato di usabilità. L’innovazione abbraccia una serie di osservatori sulle principali direttrici tecnologiche dell’industria del bianco: materiali e tecnologie di processo, tecnologie elettroniche avanzate, accessibilità, interazione uomo-macchina (usability), riduzione del rumore e coerenza e rispetto dell’ambiente tramite la focalizzazione sull’efficienza energetica, sull’efficienza idrica e sui materiali riciclati.
La ricerca da quali strutture è alimentata?
Due anni fa abbiamo istituito un Comitato Innovazione e Tecnologie che ha il compito di orientare la società indirizzando le strategie e gli investimenti necessari per sviluppare il livello di innovazione dell’impresa e di favorire la diffusione di una cultura del cambiamento all’interno dell’organizzazione. La logica della ricerca si articola per piattaforme per sviluppare un sistema produttivo di elevata standardizzazione dei processi. La personalizzazione del prodotto è affidata alle fasi finali, consentendo all’azienda di coniugare efficienza, flessibilità e customizzazione. Nell’ambito della direzione Innovazione e Tecnologie, la struttura Intellectual Property Management ha il compito di garantire la protezione delle invenzioni prodotte all’interno della società con l’obiettivo di tutelare al massimo i vantaggi competitivi derivanti. Il tema della protezione della proprietà intellettuale è infatti uno dei temi forti, in un mercato globale condizionato dal grave fenomeno delle contraffazioni e delle imitazioni.
Come si fa a conciliare la capacità tecnica, l’esigenza di produrre a sempre meno costi con la necessità di dare sfogo alla creatività, al gusto, alla immaginazione, che sono storicamente le armi vincenti del made in Italy?
Oltre a precisi requisiti di funzionalità, gli elettrodomestici devono rispondere a criteri di estetica e di design. Non scordiamoci che i prodotti Indesit sono firmati da un designer italiano noto a livello internazionale, come Giorgetto Giugiaro. Ma l’azione di sostegno dell’italianità che noi stiamo promuovendo non si ferma alle attività, per così dire istituzionali. Abbiamo deciso di finanziare il restauro, eseguito dall’Opificio delle Pietre dure, del Polittico dell’Intercessione, opera di Gentile da Fabriano, nella convinzione che certi tesori devono poter accompagnare la promozione del made in Italy?. L’arte è una bandiera del made in Italy? nel mondo. Le Olimpiadi di Torino sono state un esempio recente di efficienza e di stile da imitare. Efficienza e stile che devono essere il tatto distintivo delle nostre piccole e medie imprese, che rimangono, come gli studi più recenti hanno confermato, il comparto più dinamico, il più pronto a decodificare e praticare i linguaggi e i paradigmi dell’innovazione.