Intervista a Giorgio Audisio, padre degli pneumatici intelligenti Pirelli

Il progresso tecnologico sta permettendo di migliorare la sicurezza di guida partendo dalle ruote che montano le nostre vetture.

di Matteo Ovi

Negli ultimi anni, la riduzione dei costi e la miniaturizzazione delle componenti elettroniche hanno stimolato un processo d’innovazione trasversale che ha portato alla nascita di nuove categorie di prodotti smart connessi a Internet e sistemi capaci di interagire attivamente con essi.

Le categorie più popolari includono gli smartphone, i tablet, i gadget indossabili, ma anche sistemi di gestione in rete di una moltitudine di dati la cui raccolta è resa possibile da MEMS (vedi “Rivoluzione MEMS“).

Nella ricerca delle aziende “Smart e Disruptive” del 2014, abbiamo incontrato Giorgio Audisio, responsabile dei progetti di sviluppo Cyber di Pirelli e padre del Cyber Tyre.

Già quattordici anni fa, quando lavorava in Fiat come responsabile dell’innovazione, Audisio ha avuto modo di ricercare e sviluppare il sistema che avrebbe trasformato le automobili del marchio torinese in vere e proprie “dock station”, capaci di riconoscere e dialogare con dispositivi elettronici esterni. Questa piattaforma di infotainment è conosciuta come Blue&Me.

“Quando mi è stato chiesto di portare l’elettronica nel mondo dello pneumatico ho accettato senza esitazione. Talvolta, però, per quanto l’innovazione sia giusta, gli innovatori possono sbagliare il momento in cui lanciare una nuova idea“, dice, riferendosi alla prima percezione iniziale del TPMS (Tire Pressure Monitoring System), un sistema di segnalazione della pressione degli pneumatici che, attraverso speciali sensori montati all’interno degli pneumatici, permette di segnalare perdite di pressione e pericolose variazioni di temperatura sul computer di bordo del veicolo.

Questo sensore, obbligatorio sui nuovi modelli di veicoli europei dal 2012, non aveva interessato particolarmente i clienti prima dell’obbligatorietà. In quel caso la legislazione (di solito quella statunitense prima, seguita poi da quella europea) ha contribuito all’introduzione dell’elettronica all’interno dello pneumatico. Negli Stati Uniti, dove è nato, il TPMS è obbligatorio dal 2007.

Nel caso della tecnologia Cyber di Pirelli, invece, la prima applicazione ha interessato un’utenza imprevista: il mondo delle flotte di autobus e di heavy truck in Brasile.

Qui, Pirelli ha scoperto una particolare attenzione verso il consumo di carburante e il controllo dei costi. “I nostri clienti in Brasile, i fleet manager, sono sempre attenti a controllare l’efficienza del veicolo, e il nostro sistema telematico ha attirato un’enorme attenzione e un consenso generale”, spiega Audisio.

Nel controllo della “rolling resistance”, che influenza i consumi di carburante, un 20% in meno nella pressione dello penumatico può provocare una perdita di efficienza energetica del 3%. “Se immaginiamo una percorrenza di 120.000 km l’anno, questa perdita puo’ comportare un incremento fino a 1.000 euro sul consumo di carburante e una riduzione fino al 25% della vita utile di uno pneumatico. La possibilità di monitorare e intervenire su queste prestazioni comporta un ulteriore risparmio che può arrivare a 750 euro l’anno sulla sostituzione degli pneumatici, nel caso di un tir con dodici gomme”, dice.

Questa prima, nuova famiglia di sistemi telematici, che nel mercato autotrucking ha il nome Cyber Fleet, sta trovando nuovi mercati in Europa e Turchia.

La telematica sta però esplodendo su più fronti e per motivi diversi. Sempre in Brasile, ci racconta Audisio, le probabilità di ritrovare un tir carico di merci in avaria in una strada di periferia dopo due ore di sosta è del 10 percento. Per questo motivo, il 50% dei veicoli commerciali in circolazione in Brasile monta già sistemi telematici a bordo. Questo è l’effetto dell’interessamento da parte delle compagnie assicurative a un sistema che garantisce loro una maggiore protezione dei propri clienti e dei propri interessi. GPRS e satellitare sono praticamente obbligatori, e le compagnie assicurative si avvalgono del servizio di operatori telematici dotati di vere e proprie centrali operative con reti satellitari avanzate il cui utilizzo viene addirittura concesso alle compagnie telefoniche.

“In Europa, il business model è più tecnico e interessa maggiormente la sicurezza e il controllo dei costi di manutenzione del veicolo. Nel mondo della telematica è difficile integrare sistemi perché tutti i competitori nel settore cercano di sopraffarsi a vicenda con le rispettive tecnologie, ma in questo caso particolare, la leadership Pirelli ci permette di dettare uno standard. Da novembre, le vetture che verranno vendute in Europa dovranno montare nuovi sensori per il monitoraggio degli pneumatici, e nel 2015 dovranno essere in grado di inviare una emergency call in caso di incidente.

La tecnologia sviluppata da Pirelli per il mercato auto, denominata Cyber Tyre, dovrebbe trovare le sue prime applicazioni nei prossimi mesi. “Teoricamente, il prodotto è pronto, e pure i clienti, ma la catena distributiva e il mercato potrebbero non esserlo. Se consideriamo che ogni anno lo 0,7% dei sensori di pressione attualmente installati sulle vetture viene rotto in fase di sostituzione dello pneumatico, e lo moltiplichiamo per i 50 milioni di sensori distribuiti ad oggi, 350,000 sensori vengono rotti ogni anno”, appunta Audisio. Questo, non impedisce a Pirelli di avviare diverse collaborazioni con le case automobilistiche per valutare l’integrazione dei sistemi Cyber Tyre a bordo delle vetture di alta gamma, e l’azienda sta persino contemplando l’ipotesi di riuscire a definire la direzione che questo nascente mercato prenderà.

A prescindere dai tempi di adozione, se l’attuale tecnologia Cyber Tyre può essere paragonata all’iPhone 1, la tecnologia alla quale i ricercatori Pirelli stanno lavorando nei loro laboratori è paragonabile a un ‘iPhone 20’. “Nel futuro della tecnologia Cyber prevediamo implementazioni che riguarderanno il monitoraggio del manto stradale da parte degli operatori. La possibilità di individuare e segnalare variazioni nelle condizioni delle strade, siano esse dovute a condizioni atmosferiche avverse o al logoramento dell’asfalto, permetterà agli operatori di valutare l’intervento ideale”.

La mappatura del manto stradale è un concetto che ha già trovato la sua prima applicazione nelle competizioni di Formula 1, dove la superficie stradale di ciascun tracciato è già stata mappata per realizzare pneumatici dedicati alle differenti condizioni.

All’incremento della sicurezza e della tracciabilità delle vetture si potrebbe aggiungere quindi il monitoraggio delle strade, funzione che potrebbe rivelarsi particolarmente utile per garantire il corretto intervento da parte degli operatori e, potenzialmente, importanti risparmi sulle spese associate a ciascun intervento.

In vista dell’introduzione di questa tecnologia nel mercato automobilistico, e ansiosi di scoprire maggiori dettagli sulla tecnologia delle versioni future, noi di MIT Technology Review possiamo solamente esprimere il nostro consenso e attendere nuovi aggiornamenti.

(MO)

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