Insetticidi sempre più tossici per le api

Secondo una nuova ricerca condotta negli USA, i semi trattati con neonicotinoidi stanno rendendo gli insetticidi sempre più tossici per gli impollinatori, senza grandi benefici per le colture.

di Lisa Ovi

Lo studio, condotto da una squadra di ricercatori della Penn State, è stato condotto a partire dall’integrazione di diverse banche dati pubbliche, tra cui dati sull’utilizzo di insetticidi raccolti dalla U.S. Geological Survey, dati sulla tossicità raccolti dalla Environmental Protection Agency, e dati sulla superficie coltivata richiesti dal U.S. Department of Agriculture. Da questi dati, i ricercatori hanno composto una stima annuale del “carico tossico” incorso dalle api mellifere a causa dell’utilizzo di insetticidi, tra il 1997 e il 2012 di contea in contea. Lo studio è stato pubblicato dalla rivista Nature.

Il carico tossico è stato definito come il numero di dosi letali per le api rilasciate nell’ambiente da tutti gli insetticidi applicati alle terre coltivate in ciascuna contea. Secondo Christina Grozinger, professoressa di entomologia e direttrice del Center for Pollinator Research della Penn State, i dati dimostrano un costante aumento del carico tossico per gli impollinatori (anche di 120 volte in alcuni stati centrali) proprio nel ventennio in cui gli scienziati hanno documentato un pericoloso declino delle popolazioni di insetti impollinatori e altre specie.

Gli insetticidi sono importanti per la gestione degli insetti che danneggiano le colture, ma possono colpire anche specie di insetti, come api e altri impollinatori, fondamentali per le produzioni agricole.

Secondo i ricercatori, la responsabilità maggiore dell’aumento del carico tossico è da attribuirsi all’utilizzo sempre più diffuso di semi trattati con neonicotinoidi nelle coltivazioni di mais e soia. È la prima volta che dei ricercatori definiscono modelli geografici della tossicità degli insetticidi per le api e rivelano in quali aree specifiche del paese si potrebbero concentrare gli sforzi di mitigazione e conservazione.

I ricercatori, sotto la direzione di Maggie Douglas, professoressa assistente di studi ambientali del Dickinson College, hanno elaborato stime distinte per carichi tossici dovuti a contatto contatto, come ad esempio quando un’ape viene spruzzata direttamente, e carichi tossici su base orale, come quando un’ape ingerisce il polline o il nettare di una pianta trattata di recente. Secondo i dati raccolti, l’utilizzo di insetticidi è diminuito quasi ovunque negli anni tra il 1997 e il 2012, ma il carico tossico da contatto è rimasto quasi invariato, mentre il carico tossico su base orale è aumentato in media di ben 9 volte.

Il drammatico aumento del carico tossico per via orale è collegato alla diffusione di insetticidi neonicotinoidi, la famiglia di insetticidi più utilizzata al mondo. I neonicotinoidi vengono utilizzati per rivestirei semi di colture come mais e soia. Assorbito dalle piante durante la crescita, l’insetticida è diffuso tra tutti i tessuti e parzialmente disperso nell’ambiente. Diversi studi hanno dimostrato che questi trattamenti non offrono particolari benefici alla maggior parte delle colture, ma agli agricoltori, speso, non vengono offerte alternative.

La valutazione sul carico tossico genera un quadro sulla tossicità totale degli insetticidi utilizzati in un determinato ambiente e periodo. I ricercatori intendono approfondire gli studi indagando sulla quantità di insetticida che viene effettivamente in contatto con le api e sulla durata dei prodotti nell’ambiente prima di degradare.

Immagine: Charles J. Sharp. Wikimedia Commons

(lo)

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