Bella e forte, la proposta di Riccardo Luna, direttore dell’edizione italiana di Wired, di candidare Internet al Nobel per la Pace. Che Alessandro Ovi, direttore di Technology Review, edizione italiana, coglie, offrendo un suo contributo di riflessione.
Inoltrandoci in questo dibattito, abbiamo pensato fosse utile “rispolverare” un po’ di storia e siamo dunque tornati sulle tracce della nascita di Internet, rievocandone alcune tappe cruciali.
Naturalmente, come in tutte le storie che si rispettino, non potevano mancare i pirati. Pirati che qui si chiamano hacker e che, dall’istante dell’invenzione della Rete, hanno tentato di conquistarla, di espugnarla. Con ingegno e perizia, non si può negare, ma anche con l’inganno e la frode. Oggi le loro energie sono concentrate soprattutto attorno ai codici botnet, che possono funzionare come veri e propri grimaldelli, affilati coltellini svizzeri per aprire forzieri. Ma non mancano le reazioni e si moltiplicano gli strumenti di difesa. Così, per esempio, per proteggere la sicurezza delle applicazioni web, Microsoft mette in campo Ripley.
L’ultima notizia di questo mese riguarda le batterie. Potentissime – quindi capaci di regalare grande autonomia, uno degli aspetti più appetibili nell’acquisto di un display – e ricaricabili, sfruttano l’accoppiata zinco-aria. E dai computer dovrebbero arrivare presto ad alimentare anche bici elettriche e vetture.
Storia di Internet di Silvia Andreoli
Breve viaggio nell’affascinante avventura della Rete, nata quasi per gioco, e diventata oggi una delle realtà più straordinarie della tecnologia e dell’uomo. Tanto da meritare una candidatura al Nobel.
Neutralizzare il codice botnet di Robert Lemos
Porta d’ingresso privilegiata per gli hacker, i codici botnet presentano molti problemi da risolvere. Con sofisticate tecnologie, come Dispatcher o invece con più semplici sistemi manuali. Il dibattito è aperto.
La sicurezza firmata Microsoft di Christopher Mims
Ripley è la risposta della Microsoft per garantire l’integrità delle applicazioni web, soprattutto quando suddividono il codice di esecuzione tra server e cliente.
Non solo per cellulari di Kevin Bullis
Dalla Svizzera, batterie a zinco-aria potentissime (immagazzinano tre volte l’energia di una batteria al litio) e ricaricabili. Da usare per cellulari, ma presto anche su bici elettriche e veicoli.