In America è in corso la battaglia per gli osservatori elettorali

La possibile intimidazione degli elettori è una minaccia credibile, dicono gli esperti, ma ci sono regole per proteggersi.

di Patrick Howell O’Neill

Il presidente Trump sta cercando di reclutare un “esercito” di osservatori elettorali per il giorno delle elezioni. Come parte della sua campagna di disinformazione sulla frode elettorale, questi appelli aggressivi ai suoi sostenitori stanno sollevando preoccupazioni per il costante livello di intimidazione.

Nel frattempo, Facebook ha annunciato nuove regole che non consentiranno più il linguaggio “militarizzato” per il monitoraggio delle elezioni sulla sua piattaforma. Alla domanda su un video di Donald Trump Jr. che chiede una “operazione di sicurezza elettorale”, il vicepresidente della politica sui contenuti di Facebook, Monika Bickert, ha detto ai giornalisti che “in base alla nuova politica, se quel video dovesse essere pubblicato di nuovo, verrà rimosso” (Il video originale è ancora online).

Ma il monitoraggio è un’attività legittima utilizzata da entrambe le parti e da gruppi esterni per controllare il voto. E ogni stato ha regole specifiche su ciò che gli osservatori possono e non possono fare.

Quali sono i compiti di un osservatore?

Il suo compito è assicurarsi che ogni candidato rispetti le regole. Nella maggior parte degli stati sono nominati, autorizzati e formati e devono seguire dettami specifici. In genere controllano eventuali irregolarità o violazioni dei codici elettorali locali. Se individuano un problema, non sono autorizzati a intervenire direttamente sugli elettori ma devono riferire ai funzionari elettorali.

Trump sostiene che i democratici stanno cercando di alterare le elezioni con voti fraudolenti, accuse che non sono supportate da alcuna prova credibile. Tra le interruzioni e gli insulti del primo dibattito presidenziale della scorsa settimana, si è parlato più volte dell’intervento nei seggi elettorali: “Esorto i miei sostenitori ad andare alle urne e guardare con molta attenzione”, ha detto Trump.

Secondo le istruzioni video che il comitato elettorale di Trump ha distribuito, la speranza è quella di mettere in discussione l’idoneità al voto in alcuni casi. Agli elettori, comunque, dovrebbe essere consentito un voto provvisorio che verrà conteggiato una volta verificato il loro status. 

Cosa può andare storto?

“Ci sono due modi in cui le azioni di questi gruppi possono essere efficaci”, mi ha detto Charles Stewart del MIT Election Lab. “Uno è la loro effettiva presenza fisica. Il secondo è la minaccia che rappresentano”. Quando il presidente dice ai Proud Boys, un’organizzazione suprematista bianca, di “stare a guardare” e chiama i suoi osservatori un “esercito”, crea implicitamente un’atmosfera di tensione per il giorno delle elezioni.

Questa stessa percezione potrebbe essere sufficiente per intimidire gli elettori e ridurre l’affluenza alle urne per i gruppi che credono di essere presi di mira. “Sappiamo che il linguaggio di Trump ha un effetto su come si comportano i suoi sostenitori”, dice Nina Jankowicz, una ricercatrice sulla disinformazione del Wilson Center che ha svolto il lavoro di osservatore internazionale alle elezioni in Russia e Georgia.

“Una persona nera o di pelle scura che segue il dibattito e sente che Trump sta incoraggiando i suoi sostenitori a fare pressione, porterà con sé i figli al seggio elettorale quel giorno? Probabilmente no. Forse non voterà affatto o dovrà cambiare il suo programma in modo da mitigare tale rischio? Penso che sia molto probabile. La vera minaccia è l’atmosfera intimidatoria.  È qualcosa che una missione internazionale noterebbe nella sua valutazione del clima in cui si svolgono le elezioni negli Stati Uniti”.

Stewart sottolinea che gruppi come i Proud Boys spesso abbaiano più forte di quanto mordano e non ce ne sono tanti quanti si pensano possano essere. “Ricordo il raduno dei Proud Boys a Boston un paio di settimane fa”, mi ha detto. “Dovevano essere 20.000 ed erano in 200. C’è una sovrastima della capacità di questi gruppi di schierarsi in un gran numero di seggi elettorali in tutto il paese”.

Quanto ci si deve preoccupare?

L’incapacità di raccogliere alti numeri non significa che non ci siano minacce. Nel 1981, il Partito Repubblicano organizzò una “Task Force per la sicurezza del ballottaggio nazionale” che aveva pistole, indossava uniformi e impediva agli elettori delle minoranze di votare per il governatore del New Jersey in più città dello stato. Questa iniziativa ha richiesto la presenza di circa 200 persone, compresa la polizia fuori servizio, e i repubblicani hanno vinto per pochi voti le elezioni. Una causa legale ha successivamente vietato ai repubblicani di schierare di nuovo osservatori armati, ma il divieto è terminato nel 2017.

Un’altra possibilità è che gli osservatori elettorali auto-nominati causino problemi. I messaggi di Trump sono in contrasto con il modo in cui funziona effettivamente la legge e potrebbero portare a comportamenti discutibili da parte di persone che non sanno cosa fa realmente un osservatore elettorale ufficiale.

Ignorando le critiche, la responsabile stampa per la campagna di Trump, Thea McDonald, mi ha detto che “gli osservatori volontari del presidente Trump saranno addestrati per garantire che tutte le regole siano applicate allo stesso modo, tutte le schede valide siano contate e tutte le violazioni delle regole democratiche siano registrate”.

Eppure gli stessi analisti di Trump per la sicurezza interna hanno valutato i suprematisti bianchi come la “minaccia più persistente e letale in patria fino al 2021” e hanno avvertito che “strutture elettorali all’aperto e fisicamente accessibili” come i seggi potrebbero fungere da dentonatore a eventuali episodi violenti.

Che protezioni ci sono?

Nonostante la crescente retorica, la legge è chiara e gli elettori dovrebbero sapere di essere protetti da questo tipo di intimidazioni, già illegali negli Stati Uniti. Un nuovo rapporto del Brennan Center ne parla diffusamente, spiegando che portare apertamente armi in un seggio elettorale è fuorilegge nella maggior parte del paese.

L’Institute for Constitutional Advocacy and Protection del Georgetown Law è impegnato a impedire alle milizie private di operare vicino a seggi elettorali o unità di registrazione degli elettori. “Riteniamo che sia fondamentale che i funzionari eletti e le forze dell’ordine chiariscano che non esiste il diritto del Secondo Emendamento di impegnarsi in attività paramilitari e chiariscano che è illegale in ogni stato”, afferma Jonathan Backer della Georgetown University.

Gli elettori non dovrebbero aver bisogno di temere intimidazioni e violenze il giorno delle elezioni. Chiunque abbia problemi dovrebbe informare un addetto al seggio, chiamare l’organizzazione apartitica Protect the Vote o in caso di emergenza chiamare il 911.

Cosa succederà il giorno delle elezioni?

Le elezioni sono già in corso e, per la maggior parte, le cose stanno procedendo come previsto. Gli osservatori elettorali sono una componente normale delle elezioni. L’intimidazione degli elettori non lo è. Una differenza fondamentale tra oggi e il 1981 è l’attenzione. I funzionari elettorali e chi monitora il passaggio elettorale sono impegnati a contrastare le intimidazionie a perseguirle.

È utile ricordare che anche nel 2016 i gruppi per il diritto di voto si stavano attrezzando per problemi estremamente simili a quelli temuti oggi. Quelle minacce non si sono concretizzate. Il problema è reale, ma non dovrebbe impedire a nessuno di votare di persona o per posta. Gli elettori sono protetti dalla legge.

(rp)

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