Il sogno di una valuta digitale a favore delle minoranze

Per il creatore di MazaCoin, è il momento giusto per portare a termine un progetto iniziato dieci anni fa. Dare maggiore autonomia dallo Stato alle popolazioni indigene

Tate Ryan-Mosley

Payu Harris voleva creare una criptovaluta per sua nonna. Per tutte le nonne, diceva, o uncis come le chiamano a Lakota, specialmente quelle povere che vivono alla periferia della riserva indiana di Pine Ridge nel South Dakota, con scarso accesso all’elettricità o a Internet. Da quando ha concepito l’idea, la nuova moneta, Mazacoin ha avuto i suoi alti e bassi. Ma 10 anni dopo, il sogno di Harris è più chiaro che mai, anche se un po’ più complicato da realizzarsi di quanto non fosse all’inizio. 

Harris stava lavorando al centro commerciale vicino a Pine Ridge quando ha appreso per la prima volta di Bitcoin da un amico. Durante il giorno, lasciava il suo laptop acceso per estrarre monete, controllandolo durante le pause per la sigaretta. La sua storia è come quella di molti altri fanatici delle criptovalute. Harris ha imparato a programmare seguendo le indicazioni dei libretti d’istruzioni nei suoi giorni liberi. Alla fine, insieme a un programmatore conosciuto solo con lo pseudonimo di AnonymousPirate, ha lanciato una valuta digitale, allora chiamata Oyate Initiative, per gli Oglala Sioux, una delle tribù della Nazione Lakota. La sua intenzione era fornire alla sua riserva un’economia più indipendente

In un profilo di Forbes del 2013 del progetto, Harris lo ha definito la “vendetta del nerd”. Gruppi indigeni come i Lakota, gli stessi devastati dal massacro di Wounded Knee più di 100 anni fa, hanno deciso da tempo di creare una valuta indigena. Sebbene nessun movimento del genere abbia mai preso piede, l’idea è che una valuta sovrana potrebbe offrire una maggiore indipendenza dal sistema di regolamentazione americano e più controllo sullo sviluppo economico. 

MazaCoin inizialmente sembrava uno dei figli d’oro del mondo delle criptovalute. Harris descrive i primi mesi dopo il lancio, nel 2014, come una sorta di marcia trionfale, con una capitalizzazione iniziale di mercato di 6,8 milioni di dollari. Ma la valuta è caduta quasi alla stessa velocità con cui è cresciuta, cosa che Harris attribuisce alle incertezze dei leader Lakota che non sapevano nulla del progetto.

Fin dall’inizio, Harris ha messo da parte 10 milioni di monete come riserva per un fondo di sviluppo Lakota. Poco distingue MazaCoin tecnicamente da Bitcoin, rendendo difficile proporla come “moneta alternativa”. Ma Harris non sta cercando di corteggiare gli investitori. Dice di non avere bisogno delle valutazioni vertiginose raggiunte all’inizio, ma che la sua intenzione è solo quella di costruire un sistema in grado di fornire valore ai nativi, a iniziare dai Lakota di Pine Ridge.

Le sfide di MazaCoin oggi sono molto diverse da quelle incontrate alcuni anni fa. Harris e il suo team si sono resi conto che per arrivare a una valuta nazionale, il consiglio tribale avrebbe dovuto impostare una politica monetaria.  “Avere una nostra struttura valutaria”, sostiene, “è il modo in cui costruire la nostra economia, i nostri mercati e il nostro futuro: è così che ci libereremo dai finanziamenti federali“.

Attualmente, le popolazioni indigene utilizzano il dollaro USA, rendendole dipendenti dalle politiche stabilite dalla Federal Reserve, dal Tesoro e dal Congresso. Le tribù godono comunque di una discreta libertà dalle normative statunitensi, il che significa che le nuove politiche che prendono di mira le criptovalute potrebbero non influenzare MazaCoin. Harris spera che questo isolamento possa rendere MazaCoin più attraente nel prossimo futuro, dato il rinnovato interesse federale per la regolamentazione delle criptovalute.
 
Nel frattempo, Harris ha trovato altre strade per tutta la sua tecnologia. Ha lavorato alla tokenizzazione delle risorse naturali di proprietà della tribù, come l’oro non estratto nelle Black Hills o le riserve di carbone che potrebbero essere commercializzate. Harris sta anche archiviando trattati tribali, documenti e risorse storiche sulla blockchain per stabilire un sistema indigeno di conservazione dei registri. Per lui, si tratta di trovare nuovi modi per affermare la sovranità e pompare denaro nella riserva.

Ma MazaCoin deve ancora guadagnarsi il pieno consenso dei membri della tribù per aumentare il suo valore. Harris fa appello al nuovo presidente tribale ad interim per istituire un centro ufficiale per le criptovalute. Con l’abolizione delle restrizioni anticovid, sta pianificando un road show per educare all’utilizzo delle criptovalute e spiegare come creare un portafoglio.
 
Harris afferma di aver notato un aumento di interesse ultimamente poiché le risorse crittografiche e digitali come gli NFT stanno diventando argomenti di discussione più mainstream, ma il prezzo non sale allo stesso modo. “A chi mi chiede dove voglio arrivare con MazaCoin”, conclude, “rispondo che non dipende da me, ma dal mio popolo”.

Immagine: Shawn Hazen

(rp)

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