Il sensale digitale

AIMM vuole innovare i siti di appuntamenti online, introducendo la figura del “consigliere” artificiale, che aiuta a scegliere un possibile partner e segue l’utente passo dopo passo nelle strategie da adottare nei primi incontri.

di Tanya Basu

Negli anni passati, l’arte di organizzare “incontri” è stata tradizionalmente il territorio privilegiato di nonni, genitori e a volte figure esterne all’ambito familiare. Recentemente gli algoritmi hanno preso il loro posto, automatizzando le modalità della ricerca dell’anima gemella.

Ora, Kevin Teman ha creato AIMM, un’app che abbina i potenziali partner con l’ausilio di un sistema vocale. Gli utenti parlano con un software dal suono femminile che chiede di completare un profilo con domande del tipo: qual è la casa dei tuoi sogni, che tipo di gatto saresti e come sorprenderesti un potenziale partner.

A prima vista, ciò non sembra molto diverso dalla solita formula per gli appuntamenti con i messaggi di testo delle moderne storie d’amore online.

Ma AIMM, il cui nome è l’acronimo di artificially intelligent matchmakers, rappresenta una svolta: l’IA spiega agli utenti come fare la prima telefonata, dà consigli per il primo appuntamento e fornisce anche feedback in seguito. Si potrebbe definire un Cyrano de Bergerac dell’era degli smartphone.

“Ti segue passo dopo passo”, dice Teman. “Se una persona gli dice di essere andata all’ appuntamento, fornirà feedback sugli aspetti emotivi. Se si va alla ricerca di un nuovo appuntamento, ascolta e organizza un nuovo incontro. Se non è andata bene, ma si vuole rivedere quella persona, consiglia di essere paziente e lasciar passare un po’ di tempo”.

Se l’attrazione è unilaterale, l’app potrebbe suggerire delicatamente di “guardare oltre”, sebbene Teman insista sul fatto che non utilizzerà mai espressioni brusche. “Voglio dire che non dirà direttamente al ragazzo: ‘A lei non piaci'”, spiega Teman.

Il fondatore della startup spera che AIMM possa fare breccia nel settore degli appuntamenti online, un giro d’affari di circa 2,5 miliardi di dollari, attualmente dominato dal Match Group di proprietà di IAC, il cui conglomerato comprende Match, Tinder, OkCupid e Plenty of Fish.

Un tempo considerato un modo stravagante per trovare un partner, gli appuntamenti online sono diventate la forma più diffusa di incontro, secondo un recente studio condotto da ricercatori di Stanford e dell’Università del New Mexico.

Quasi il 40 per cento delle coppie eterosessuali si è incontrato online nel 2017; per le coppie dello stesso sesso, la percentuale sale al 65 per cento.

Nonostante tutta questa popolarità, le app di appuntamenti devono fare i conti con continue lamentele, account falsi e segnalazioni di molestie. 

“Trovare l’amore è la cosa più importante per le persone”, afferma Teman, citando le proprie difficoltà a navigare nei siti di appuntamenti online. “L’industria degli appuntamenti è a un bivio”.

Negli ultimi anni, l’uso della tecnologia vocale è salito alle stelle: uno su cinque americani ora possiede un assistente vocale. Oltre 2,5 miliardi di questi sono attualmente in uso e gli esperti ritengono che entro il 2025 potrebbero raggiungere gli 8 miliardi.

AIMM non è il primo sito a mettere la tecnologia vocale alla base di un servizio di incontri online. L’estate scorsa, Match ha annunciato di aver collaborato con Google per creare Lara, un chatbot di consigli per appuntamenti che presenta un profilo al giorno e, se c’è interesse reciproco, offre consigli su dove prendere un drink, quale argomenti di conversazione affrontare e come organizzare un secondo appuntamento.

AIMM, che secondo Teman precede di un anno Lara, mantiene a sua volta un atteggiamento incoraggiante con l’utente (almeno quanto può riuscire ad averlo un’intelligenza artificiale).

Teman sostiene inoltre che la sua app è molto più semplice da usare: Lara richiede un dispositivo Google Home e l’app Match, mentre AIMM è tutto su smartphone.

“Istruisce la persona su cosa dire alla prima telefonata”, continua Teman (AIMM consiglia di non fare più di una chiamata in vista del primo appuntamento). “In parte incoraggia a mantenere la calma. In alcuni casi fornisce dettagli su che tipo di persona si incontra, sul suo stile di vita”.

Questi indizi hanno lo scopo di aiutare l’utente a capire di cosa parlare a un appuntamento. Se qualcuno ha uno stile di vita più “tradizionale”, per esempio, una passeggiata nel parco potrebbe avere più senso. Uno stile di vita “moderno” potrebbe rendere una arrampicata su roccia una situazione più stimolante.

Ma anche se è all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, AIMM cade in atteggiamenti di tipo sessista. L’app è progettata per un uomo che chiede a una donna di uscire, per esempio, e l’intelligenza artificiale fornisce solo suggerimenti e informazioni all’uomo per il primo appuntamento.

A essere buoni, sembra una svista per un’app che competerà con applicazioni sociali del calibro di Bumble, in cui le donne devono fare la prima mossa.

AIMM è anche impostato per favorire le coppie eterosessuali, il che è in contrasto con i risultati dello studio di Stanford, che mostrano che i membri della comunità LGBTQ hanno molte più probabilità di utilizzare app di incontri online. 

Teman riconosce che il design di AIMM non facilita i contatti LGBTQ, ma afferma che sta facendo delle modifiche basate sui consigli di “utenti omosessuali che mi hanno contattato … suggerendo altre cose che potrei aggiungere più consone allo stile di vita omosessuale”.

Alla richiesta di dire quali sono stati questi suggerimenti, Teman è rimasto nel vago: “Mi hanno fatto notare che le domande sembravano essere tutte rivolte a persone eterosessuali e non c’erano riferimenti a uno stile di vita di altro tipo. Quindi ho cambiato alcune cose e se una persona è omosessuale può rispondere ad alcune domande che riguardano specificamente questo stile di vita”.

Andrew McStay, professore di media digitali alla Bangor University nel Regno Unito e autore di Emotional AI: The Rise of Empathic Media, crede che l’IA sia il futuro degli appuntamenti online e considera le app vocali potenzialmente più “naturali”, anche se ritiene che siamo ancora agli inizi della tecnologia.

“Il problema vero è l’interfaccia uomo-dispositivo”, egli spiega. “Ci sono tutte le ragioni per credere che le persone interagiranno sempre più con i dispositivi e i contenuti attraverso la voce, specialmente con il miglioramento delle tecniche di elaborazione del linguaggio naturale”.

Tuttavia, potrebbe esserci un problema di carattere etico nella progettazione di AIMM, afferma McStay. Quando organizza il primo appuntamento, l’app non solo rassicura con espressioni del tipo: “Non preoccuparti. Sarò con te in ogni fase del cammino e cercherò di rendere tutto semplice”, ma controlla anche la reazione dell’utente.

“C’è un componente video che analizza le emozioni dell’utente”, ha detto Teman quando gli ho chiesto come faceva l’app a sapere se un utente era felice o no. Per McStay, in questa capacità di analisi risiede futuro dell’IA nei siti di appuntamenti.

“Le possibilità di sviluppo in questo settore sono considerevoli”, continua McStay. “L’IA in grado di interpretare inflessioni e intonazioni che gli esseri umani assumono quando parlano potrà valutare l’entusiasmo e l’interesse degli utenti”.

Qualcuno potrebbe esclamare allegramente “Sono interessato!”, se abbinato ad una persona, o borbottare “Sono interessato” dopo una stancante giornata di lavoro. McStay ha affermato che quest’ultimo potrebbe essere interpretato erroneamente come mancanza di interesse.

A suo parere, comunque, analizzare le reazioni facciali per valutare l’interesse di una persona presenta degli aspetti problematici: “Bisogna prestare molta attenzione a come si inferiscono le emozioni dai volti o dalla voce”.

Per esempio, la cosiddetta “faccia da stronzo” potrebbe non riflettere affatto ciò che la persona sente ed essere invece legata a forme di sessismo sul posto di lavoro (un uomo con una tale espressione potrebbe essere letto come “serio”, mentre una donna con la stessa espressione viene spesso letta come “distaccata”). 

I computer hanno difficoltà a interpretare le emozioni sulla base delle espressioni delle persone. La sfumatura emotiva per essere riconosciuta richiede la conoscenza del contesto e della storia personale, vale a dire qualcosa che l’apprendimento automatico semplicemente non può fare, almeno non ancora. 

Che AIMM funzioni o meno, per non parlare del miglioramento di ciò che altre app di appuntamenti hanno da offrire, è ancora un discorso aperto. 

Nei prossimi mesi, AIMM offrirà agli utenti la possibilità di essere abbinati a un servizio di matchmaking umano, con sessioni personali di sostegno.

(rp)

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