IBM ha un problema con i suoi dipendenti

Una delle società tecnologiche più vecchie degli Stati Uniti starebbe ingiustamente allontanando i suoi lavoratori più anziani.

di Erin Winick

ProPublica e Mother Jones sostengono che, per rimanere competitiva con il resto delle società Big Tech, IBM abbia deciso di sfoltire il suo team rendendolo più giovane e internazionale. Per farlo, la società avrebbe ridotto il personale di tre quarti rispetto al picco degli anni ’80, trasferendo molti posti all’estero e assumendo lavoratori più giovani ed economici da gestire.

ProPublica ritiene che la società si sia preparata ad allontanare i suoi dipendenti più anziani:

– Omettendo la comunicazione di informazioni richieste dalla legge sulla discriminazione per età.

– Licenziandoli anche quando le loro prestazioni a lavoro erano ottimali.

– Promuovendo pensionamento, dimissioni e licenziamenti anziché pause temporanee per evitare di incorrere in requisiti di divulgazione pubblica.

La conseguenza di queste attività? Negli ultimi cinque anni, il 60 percento dei tagli operati da IBM al personale – più di 20.000 dipendenti – ha interessato lavoratori al di sopra dei 40 anni.

Mother Jones ha pubblicato una serie di documenti interni, e commenti da parte dei dipendenti, che descrivono pratiche discriminatorie atte a forzare virtualmente il pensionamento o le dimissioni volontarie da parte dei soggetti presi di mira. “La legge dice che il lavoratore ha diritto a scegliere se accogliere una proposta di pensionamento”, commenta per Mother Jones Joseph Seiner, un professore di legge della University of South Carol. “Intimare un dipendente a ritirarsi di sua spontanea volontà per non essere allontanato o licenziato non lascia contempla la volontà in merito”.

(MO)

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