I vigilantes online fanno il lavoro della polizia

Le app di quartiere sono popolate di post in cui si parla di piccoli crimini, ma non sembra che il controllo del territorio abbia finora portato a risultati concreti in termini di arresti

Sonia Faleiro

Una sera dell’estate scorsa, la mia famiglia si stava godendo un picnic nel parco vicino a casa nostra a Londra quando due cani hanno attaccato il nostro Jack Russell terrier di 15 anni, cieco, Zoey. Si sono avventati su di lei, serrando le mascelle. Mentre mio marito si gettava sui cani, ho pregato il proprietario di intervenire. Ha rifiutato, finché non si è reso conto che stavo chiamando la polizia. Solo allora ha trattenuto i suoi animali, uno dei quali aveva iniziato a inseguire mia figlia di quattro anni. Poche ore dopo Zoey è morta, lasciandoci nello sconforto totale.

Ci siamo sentiti ancora peggio quando la polizia non ha tentato di rintracciare il proprietario dei cani assassini, nonostante avessero a disposizione immagini dal mio telefono. Agli occhi del sistema giudiziario del Regno Unito, l’uccisione di Zoey era un crimine di basso livello perché era morto un animale e non un essere umano. Questa consapevolezza ci ha fatto pensare: se la polizia non cerca i colpevoli, allora tocca a noi.

Sempre più spesso, le comunità si rivolgono alla tecnologia per aiutare a risolvere problemi di cui la polizia non vuole occuparsi o non ne è in grado. Quindi ho preso in mano la situazione: sono andata online, unendomi a un numero crescente di persone che utilizzano le reti locali per risolvere i crimini che li hanno colpiti, come rapine, soprusi automobilistici e persino furto di piante.

Un post su 10 sul sito di quartiere Nextdoor è relativo a questioni di criminalità e polizia. Ho quasi 800 vicini su quella piattaforma ed ero anche in diversi gruppi simili su Facebook, con un totale di 74.000 partecipanti. Nel complesso, la mia descrizione dell’attacco a Zoey è stata condivisa centinaia di volte. Facendo circolare informazioni al riguardo, i miei vicini ed io stavamo partecipando a un rituale che è moderno solo se si guarda alla tecnologia a cui si affida.

Nel Regno Unito, come in altri luoghi, l’azione collettiva sta colmando una lacuna lasciata dal personale di polizia insufficienteI tagli al budget, infatti, hanno ridotto gli agenti di quasi il 23 per cento, secondo Unison, il più grande sindacato del paese. La polizia metropolitana di Londra è stata la più colpita, con oltre 3.000 posti di lavoro persi tra il 2012 e il 2016. Il calcolo include 3.350 posti di lavoro per agenti di supporto alla comunità, un ruolo creato appositamente per rendere la polizia più visibile. Questa frustrazione è probabilmente il motivo per cui tante persone hanno deciso di contattare me, una perfetta sconosciuta, invece di andare alla polizia. 

Naturalmente, tale condivisione di informazioni non è sempre una buona cosa. Uno studio pubblicato lo scorso anno dagli accademici olandesi Ronald van Steden e Shanna Mehlbaum ha confermato quanto già osservato: i gruppi di quartiere hanno “sottoprodotti sociali e morali indesiderabili” come discriminazione, stigmatizzazione, esclusione di estranei e controllo sociale eccessivo. 

“Se le persone sono costantemente incoraggiate a essere consapevoli di qualsiasi cosa e di chiunque ‘fuori dall’ordinario’, un tale processo potrebbe aprire lentamente ma inesorabilmente le porte a forme rigide di sorveglianza che si insinuano nella vita di tutti i giorni. Questo processo, a sua volta, favorisce la creazione di una sorta di gogna digitale, una caccia alle streghe per (presunti) pedofili, un continuo “allarme stranieri” e potenziali manifestazioni voyeuristiche. Non è difficile riconoscere che sono in gioco i valori democratici di apertura, tolleranza e rispetto reciproco.

I problemi, quando si presentano, non sono confinati a nessun quartiere, città o paese, e spesso sono una forma di risposta a crepe culturali che erano già presenti. In India, per esempio, le voci infondate che circolavano sui gruppi WhatsApp locali nel 2018 alimentavano vecchie paure su un tipo specifico di spauracchio di cui gli indiani sono cresciuti sentendo parlare: un bacha chor, vale a dire una persona che rapisce i bambini per prelevarne gli organi. 

Queste voci hanno portato all’omicidio di almeno due decine di persone in diverse parti del Paese e hanno costretto WhatsApp a limitare il numero di volte in cui gli utenti in India potevano inoltrare un messaggio. La sfida per Nextdoor negli Stati Uniti, invece, è stata sul fronte della profilazione razziale. Nel 2015, Nextdoor ha affrontato il problema con modifiche che includevano la richiesta agli utenti che menzionavano la razza nei loro post di fornire ulteriori dettagli.

La realtà è che le cause profonde di questi crimini continuano a non essere affrontate. Non sono solo le risorse della polizia che devono essere rivalutate, ma anche i programmi di assistenza sociale come i mediatori culturali, il trattamento di tossicodipendenze e alcolismo e i servizi per l’infanzia, tutti anch’essi vittime di tagli ai servizi governativi. E mentre i gruppi di quartiere possono avere un impatto positivo sulla coesione sociale, non ci sono prove che riducano effettivamente la criminalità. Danielle Pyke, un agente di supporto della polizia metropolitana (Met), afferma che è raro che gli utenti Nextdoor forniscano informazioni che favoriscono arresti.

Quando i gruppi online funzionano, possono essere un successo. Grazie alle informazioni raccolte con l’aiuto della mia comunità, io e la mia famiglia abbiamo potuto presentare un dossier alla polizia, costringendola ad agire. Il proprietario degli animali che hanno sbranato Zoey è stato accusato di possesso di cani pericolosi che avevano causato ferite e gli è stato ordinato di comparire in tribunale ad aprile.

Sfortunatamente, tuttavia, la sera prima del processo, abbiamo ricevuto una telefonata dal nostro avvocato che ci informava che il caso sarebbe stato chiuso perché la polizia non aveva presentato i documenti richiesti. L’incapacità del Met di svolgere le funzioni di amministrazione di base, nonostante gli siano stati concessi diversi mesi, ha negato a Zoey la giustizia che meritava.

Immagine: Carly Beck

(rp)

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