I transumanisti che vogliono vivere per sempre

Un nocciolo duro di fautori della longevità è convinto che sia giunto il momento di agire.

di Antonio Regalado

Quest’anno ho compiuto 50 anni. Le ossa cominciano a scricchiolare, la pelle è meno elastica, più spessa, meno sensibile, le gengive si stanno ritirando. Alcuni cambiamenti sono sopraggiunti in maniera graduale, altri all’improvviso, come la presbiopia. Tutto normale, mi sono detto, ma non così James Clement: “Vivrai per sempre. Sono convinto che chiunque abbia meno di 50 anni e non sia affetto da un handicap genetico potrà conseguire la longevità”.

Clement, a 63 anni, trascorre le sue giornate assumendo vitamine e gestendo BetterHumans, la “prima organizzazione di ricerca transumanista del mondo”. Finanziato da ricchi uomini anziani suoi conoscenti, studia farmaci noti per gli effetti di prolungamento della vita sana negli animali di laboratorio, ne calcola possibili dosi per umani e trova volontari che li assumano. Se i risultati sono positivi, promuove l’assunzione dei farmaci ai propri genitori e finanziatori.

Il tentativo di frenare l’invecchiamento non è privo di rischi. Il giorno in cui l’ho incontrato, Clement si stava riprendendo da una grave caduta dovuta ad uno svenimento. Ha un pacemaker e sta assumendo un un neutraceutico da banco, l’estratto di radice berberina, che può portare alla bradicardia.

Il transumanesimo raccoglie un mosaico di credenze su come la tecnologia migliorerà la condizione umana. Ci sono estropiani e congelatori di cervelli, artisti desiderosi di dipingere in mondi virtuali e biohacker fai-da-te pronti a impiantare chip elettronici nei loro corpi. In comune, la speranza di conseguire una super-longevità e sono pronti a sperimentare su se stessi, e altri, vitamine e farmaci antitumorali nonché composti disponibili solo indirettamente da fornitori di sostanze chimiche.

L’idea di vivere più a lungo si sta facendo più realistica. La biologia scopre sempre più dettagli sui “segni distintivi” molecolari dell’invecchiamento. La vita degli animali da laboratorio, nematodi e roditori, viene prolungata del 20% o 30% e più.

A questi studi si ispira Clement. Ha finanziato e supervisionato quattro piccoli studi finora, per verificare su volontari umani gli effetti di sostanze come la rapamicina, il NAD +, una combinazione di composti che uccidono le cellule senescenti e iniezioni di plasma concentrato da cordoni ombelicali.

Il suo obiettivo è “fare quanti più test possibili” per generare e pubblicare informazioni di base sulle condizioni di sicurezza e sui benefici di queste sostanze, di modo che le persone interessate all’estensione della vita “possono decidere se correre il rischio” nell’attesa che la scienza curi la morte per tutti, non solo per i miliardari.

Tra i trattamenti testati da Clement, avvocato, su circa 30 volontari, c’è una combinazione di farmaci identificata nel 2015 presso la Mayo Clinic dal ricercatore James Kirkland per eliminare selettivamente le cellule “senescenti” nei topi. Quest’anno, Kirkland stesso ha pubblicato il proprio studio pilota sul trattamento condotto con 26 volontari. La differenza tra i due studi, il primo condotto da uno sconosciuto ricercatore della Florida, l’altro condotto dall’ospedale numero uno in America, sta nel fatto che nel 2018, Kirkland ammonì i ricercatori fai-da-te sulle pagine di JAMA: “Si sconsiglia l’auto-medicazione con agenti senolitici o altri farmaci capaci di influenzare i processi di invecchiamento con l’aspettativa che abbiano negli umani gli stessi effetti dimostrati nei roditori”.

La stessa Mayo Clinic, però, ha fomentato il fenomeno pubblicizzando i risultati anti-invecchiamento ottenuti nei propri laboratori. Il cocktail di farmaci di Kirkland, dasatinib e quercetina, ha un proprio nomignolo, D&Q, e quando ha rivelato che la fisetina allungherebbe la vita dei topi del 20%, gli sperimentatori fai-da-te ne dell’Age Reversal Network hanno immediatamente testato dosaggi anche doppi rispetto a quelli pubblicati dalla Mayo Clinic.

In caso di fallimento, il piano di riserva di transumanisti come Clement è un braccialetto d’acciaio con le indicazioni per contattare la Alcor, una società che congela cervelli per la rianimazione in un lontano futuro.

In Florida, esiste una Church of Perpetual Life, la Chiesa della Vita Eterna, fondata da William Faloon e Saul Kent, imprenditori nel campo degli integratori alimentari. Il motto della chiesa è “Invecchiamento e morire possono essere facoltativi”, mentre tra i santi patroni figura lo scrittore Artur C. Clark. Si definisce una religione transumanista e finanzia progetti come una “timeship” crionica nel Texas, capace di ospitare 10.000 corpi congelati, tutto esentasse.

Clement non ha mai fatto visita alla chiesa, non vi trova il rigore scientifico a cui ambisce, ma Faloon è uno dei suoi più grandi sostenitori: uno dei suoi più recenti contributi ammontava a $200.000 e i suggerimenti di Clement vengono regolarmente condivisi alla chiesa. Nei suoi discorsi, Faloon sostiene i risultati delle ricerche anti-invecchiamento e incoraggia gli ascoltatori a procurarsi D&Q, la miscela di farmaci senolitici. Ciascuna dose viene $ 225.

Secondo Alan Zimmer, uno dei farmacisti a cui si rivolgono i transumanisti, “Il dilemma della ricerca anti-invecchiamento è che uno studio condotto su esseri umani prenderebbe intere vite,” spiega. “Gli individui interessati ora non possono aspettare i tempi della scienza, morirebbero prima, hanno quindi deciso di testare su di sé quanto studiato su animali di laboratorio.”

Alla prossima RAADfest, una conferenza per appassionati longevità, Faloon promuoverà il “Perpetual Clinical Trial”, in cui 50 volontari, per una modica cifra, potranno essere sottoposti ad un trattamento “aggressivo” per l’inversione del processo d’invecchiamento. Chi decidesse di partecipare in secondo tempo dovrà pagare molto d più. Ovviamente, nessuno sa se questi trattamenti saranno veramente in grado di prolungare la vita.

Immagine: James Clement, transumanista alla ricerca della vita eterna. Credito immagine: Ivan Kashinsky

(lo)

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