Google afferma che il suo nuovo chatbot Meena è il migliore al mondo

L’azienda ha presentato un chatbot alimentato da una rete neurale chiamato Meena che offre prestazioni di alto livello.

di Douglas Heaven

Meena è stata addestrata su 341 gigabyte di chiacchiere pubbliche sui social media: 8,5 volte più dati rispetto al GPT-2 di OpenAI. Google afferma che Meena può parlare praticamente di qualsiasi cosa e può anche fare battute (di dubbio gusto).

Una conversazione aperta che copre una vasta gamma di argomenti è difficile da sostenere e la maggior parte dei chatbot non riesce a tenere il passo. Ad un certo punto la maggior parte di questi sistemi dice cose che non hanno senso o rivela una mancanza di conoscenze di base sul mondo. Un chatbot che evita tali errori aiuterà molto l’interazione tra umani e IA e renderà i personaggi dei videogiochi più realistici.

Per addestrare Meena, Google ha sviluppato un nuovo sistema di misura, l’SSA (Sensibleness and Specificity Average), che prende in considerazione aspetti importanti delle conversazioni naturali, considerando il senso della frase nel contesto, come molti chatbot sono già in grado di fare, e nello specifico di quanto detto, che è molto più difficile.

Cosa vuol dire? Per esempio, se una persona dice: “Mi piace il tennis” e un chatbot risponde: “È bello”, la risposta ha senso, ma è generica. Molti chatbot si basano su trucchi come questo per nascondere il fatto che non capiscono di cosa si sta parlando. Invece, una risposta del tipo: “Anche a me, non ne ho mai abbastanza di vedere le partite di Roger Federer” è specifica.

Google ha utilizzato i crowdworker per generare scambi esemplificativi di conversazione e definire un punteggio. Meena ha raggiunto un risultato del 79 per cento con l’SSA, rispetto al 56 per cento di Mitsuku, un chatbot all’avanguardia che ha vinto il premio Loebner negli ultimi quattro anni. I partner di conversazione umana sono arrivati poco sopra, attestandosi all’86 per cento in questo nuovo test.

Si può interloquire con Meena? Non ancora. Google afferma che non diffonderà una demo pubblica fino a quando non avrà verificato il modello di sicurezza e distorsione, il che è probabilmente una buona cosa. Quando, nel 2016, Microsoft ha rilasciato su Twitter il suo chatbot Tay, quest’ultimo ha iniziato a vomitare invettive razziste e misogine dopo poche ore.

Immagine: NeONBRAND | Unsplash

(rp)

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