Farmaci comunemente prescritti potrebbero aumentare il rischio di demenza

Secondo un nuovo studio, l’utilizzo regolare di alcuni comuni farmaci contro Parkinson, depressione e disturbi della vescica, potrebbero incrementare in maniera significativa i rischi di demenza nel futuro.

di MIT Technology Review Italia

Jama pubblica i risultati di una ricerca condotta presso la University of Nottingham e finanziata dal National Institute for Health Research (NIHR). Diretta da Carol Coupland, professoressa di statistica medica, la ricerca ha rilevato un 50% di incremento del rischio di demenza tra individui dai 55 anni in su trattati quotidianamente, per almeno tre anni, con forti farmaci anticolinergici.

I farmaci anticolinergici aiutano i muscoli a contrarsi e rilassarsi bloccando l’acetilcolina, il primo neurotrasmettitore individuato nel sistema nervoso. Vengono comunemente prescritti per trattare svariati disturbi, tra cui la broncopneumopatia cronica ostruttiva, disturbi della vescica, allergie, disturbi gastrointestinali e sintomi del Parkinson. Questi farmaci hanno effetti collaterali noti come confusione e perdita di memoria.

I ricercatori hanno studiato le cartelle cliniche di 58,769 individui affetti da demenza e 225,574 non affetti da demenza, di età superiore ai 55 anni e in cura presso medici britannici tra il 2004 e il 2016. Tra i farmaci anticolinergici studiati, anche prendendo in considerazione altre possibili fattori di rischio per la demenza, i più rischiosi si sono rivelati essere antidepressivi, antipsicotici, antiepilettici, farmaci contro i sintomi del Parkinsons e dei disturbi della vescica. Antistaminici e farmaci gastrointestinali non hanno dato segno di simili rischi.

Lo studio è di natura osservazionale, le conclusioni raggiunte non possono essere considerate certe, ma dovrebbero rappresentare un invito ai medici a prescrivere tali farmaci con attenzione, ed ai pazienti ad assumerli o interromperne l’assunzione sotto controllo medico. Lo studio suggerisce ai medici di preferire farmaci alternativi quando possibile e sottolinea l’importanza di controlli regolari. Gli individui di mezza ed avanzata età sembrano essere più a rischio.

Secondo i dati raccolti dai ricercatori, circa il 10% delle diagnosi di demenza potrebbero essere attribuite all’utilizzo di anticolinergici, pari a 20,000 dei 209,600 nuovi casi di demenza diagnosticati ogni anni nel Regno Unito. Si tratta di una porzione paragonabile a fattori di rischio come ipertensione, diabete, fumo e inattività fisica.

Nuove ricerche potrebbero confermare l’associazione tra anticolinergici e demenza o assolverli.

(lo)

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