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L’obiettivo è ridurre il rischio che le persone infrangano le regole e utilizzino questa funzione per diffondere contenuti nocivi o discriminatori.

di Charlotte Jee

La notizia: Facebook ha annunciato che chiunque infrangerà le sue regole verrà escluso dalla possibilità di utilizzare la funzione “Live”. A partire dalla prima infrazione sarà prevista l’interdizione dal servizio per trenta giorni. In precedenza, Facebook non escludeva i suoi utenti prima di aver accumulato molteplici violazioni delle sue regole.

Il contesto: La decisione è stata presa in risposta alle proteste per la diffusione in diretta della sparatoria di Christchurch, in Nuova Zelanda, e in previsione di un summit sull’estremismo online, organizzato a Parigi dal presidente Emmanuel Macron assieme al primo ministro della Nuova Zelanda Jacinda Arden. La Arden ha definito l’annuncio di Facebook “un primo passo positivo”. Ciononostante, c’è chi sostiene che Facebook non stia facendo abbastanza e che la funzione Facebook Live andrebbe rimossa completamente.

Una corsa alle armi: Una delle sfide principali in seguito all’aggressione armata di Christchurch è stata quella di riuscire a bloccare la diffusione di versioni del video che erano state editate per eludere i sistemi automatici di Facebook. Per cercare di risolvere il problema, la società sta investendo $7,5 milioni al fine di scoprire nuove tecniche in grado di rilevare contenuti media manipolati.

La polizia del mondo: Agendo per prima, Facebook spera di evitare punizioni più severe da parte dei governi (vedi Regno Unito e Australia). Allo stesso tempo, il suo intervento ci ricorda il ruolo incredibilmente potente, e irresponsabile, che gioca nel moderare l’attività di oltre 2 miliardi di persone su Internet.

(MO)