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    Eccessi nei controlli dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale Americana?

    Le comunicazioni elettroniche possono essere monitorate in modi che non sono sempre anticipati dalle leggi sulla privacy.

    di Alessandro Ovi

    Qualche anno fa incontrai a Pechino, con un gruppo di investitori californiani, Jack Ma, il ‘fondatore cinese visionario’ (lui che era solo un insegnante di Inglese) di Alibaba, già allora uno degli operatori di internet più potenti al mondo.

    Ricordo il momento di imbarazzo tra i miei colleghi americani, quando, rispondendo a una mia domanda, ammise molto tranquillamente che, quando il governo gli chiedeva di fornire tutti i dati di telefonate ed e-mail negli archivi dell’azienda, lui ordinava di consegnarli. Era per la sicurezza nazionale. E ubbidiva.

    Oggi leggiamo lo scandalo sollevato dal fatto che la NAS (National Security Agency) americana ha chiesto la stessa cosa a operatori telefonici e internet americani, a cominciare dal più grande, Verizon. E loro: hanno fatto come Alibaba. Hanno dato pieno accesso ai dati.

    E’ evidente l’imbarazzo che si dice aleggiasse sull’incontro californiano tra Obama e il presidente cinese Xi (vedere: ‘Inizia il dialogo sulla guerra informatica www.technologyreview.it).

    La differenza delle situazioni, fornita da NSA (a mio parere irrilevante) è che il loro operato non serve a leggere e-mali o ad ascoltare telefonate di nessuno in particolare, ma solo a fare ‘Data Mining’ che parrebbe assolutamente legale. Gli Stati Uniti hanno leggi che proteggono il contenuto delle telefonate ma offrono pochissima protezione verso la rilevazione dei tanti dati che sono collegati all’uso di un apparato cellulare, dal rilevamento della posizione alle transazioni commerciali.

    Il Data Mining è una tecnologia informatica oggi in fortissimo sviluppo, che serve a trovare blocchi di informazioni specifiche di un certo oggetto in vari settori, (dai profili di consumo, dal marketing di settore alla pubblicità mirata, dalle analisi di preferenze politiche fino alle campagne elettorali ‘one to one’, dalla valutazione di ‘atmosfere terroristiche, fino all’identificazione dei soggetti portatori di minaccia…).

    Molti pensano, e probabilmente hanno ragione, che il Data Mining si sia in realtà sviluppato proprio per soddisfare esigenze di Sicurezza nazionale…

    A dare all’inizio un elevato contenuto tecnologico a questo tipo di ricerche, è stato l’accordo tra gli uomini di NSA e la società di Palo Alto, Palantir Technologies, il primo di una serie di altri dai quali è partita la corsa a trovare la chiave di accesso al tesoro dei grandi numeri di dati (Big data). Si è trattato di una vera rivoluzione del Software verso elaborazioni rapidissime di enormi quantità di informazioni che ha permesso alla NSA di mettere sotto controllo i ‘patrimoni digitali’ di americani e stranieri, ivi incluso il controllo della posizione e dei movimenti di milioni e milioni di persone nel mondo incrociando i dati dei GPS degli ‘Smart Phones’ con quelli delle celle dei telefoni mobili.

    La NSA ha ricevuto miliardi di dollari dal Governo nell’ultimo decennio, e ha costruito giganteschi centri di calcolo come quello nello Utah dotato degli elaboratori più veloci per decodificare le informazioni protette…

    Secondo il Guardian, che per primo ha dato la descrizione del sistema di raccolta dati della NSA, nel Marzo 2013 erano qui raccolti 93 miliardi di informazioni raccolte in tutto il mondo, delle quali il 14% in Iran.

    La tecnica è molto apprezzata, e fino ad oggi le critiche sono state deboli. Il problema è che una volta che i dati provenienti da varie fonti vengono raccolti in un unico contenitore o in nuvole protette, è l’uso che si può fare di loro che rappresenta implicitamente una seria minaccia alla privacy.

    Quello che entra in gioco è la definizione della ‘mission’ nell’ambito della quale l’ente che raccoglie i dati deve limitarsi a lavorare.

    In un pezzo su MIT Technology Review di Tom Simonite e Rachael Metz viene proprio messo il dito sull’allargamento della ‘mission’ di NSA che, uscendo dall’ambito del controllo dei soli cittadini stranieri, ha dato l’impressione all’America di trovarsi all’improvviso nelle mani del famoso ‘Grande Fratello’.

    E’ stata la sorveglianza telefonica a far passare l’idea che la NSA abbia allargato troppo gli orizzonti della sua missione derivante da Patriot Act del 2001.

    Per tranquillizzare l’opinione pubblica, il Presidente Obama è arrivato al punto di dover dire: “nessuno ascolta le vostre telefonate”. Ma quello che è successo va al di là del problema dell’ascolto, significa che prima la missione del NSA era interpretata come la possibilità di chiedere da caso per caso l’accesso a dati specifici esistenti, dopo un controllo del FISC (Foreign Intelligence Survelliance Court).

    Oggi invece in una nuova interpretazione segreta del Patriot Act, come ha chiaramente dichiarato James Clipper, Direttore della National Intelligence, si considera legale l’accesso completo a tutti i dati esistenti e futuri, indipendentemente da un loro interesse specifico.

    Gli esperti di Democrazia e Sicurezza pensano che il bilanciamento tra le due stia scivolando verso la seconda a sfavore della prima.

    Sulle telefonate, quindi, tutti d’accordo. Diverso è l’atteggiamento nei confronti di Prism (il sistema di raccolta dei dati preseti su internet) che è probabilmente non lecito in altre parti del mondo, come l’Unione Europea, ma è certamente considerato accettabile negli Stati Uniti.

    Dice un lettore di MIT Technology Review: “Sono sorpreso che la gente non comprenda che la tecnologia dell’informazione è destinata a produrre una continua perdita di privacy. Non stiamo parlando di persone che vengono sorvegliate nella loro casa. Stiamo parlando di persone che lasciano informazioni in un posto pubblico. Se volete che nessuno le legga, e-mail, Tweet o Blog che siano, non usate questi canali. Non ci può essere alcuna aspettativa di privacy in una comunicazione che transita e può essere raccolta in ogni Computer di internet. Se la comunicazione lascia la vostra casa non dovete aspettarvi che sia privata, a meno che un giudice la dichiari tale e consideri vi sia un danno per voi se qualcuno la diffonde. Contro il terrorismo e i suoi tremendi rischi bisogna fare tutto ciò che serve. …Ma pensare che la vostra comunicazione sia più sicura in una rete privata (motore di ricerca o social network, che sia) che non nella rete della NSA è naif e senza senso. E’ troppo tardi per essere paranoici per la perdita della vostra privacy, dopo che avete accettato più volte di perderla in cambio di ‘servizi gratuiti”.

    Ma un altro risponde: “La Costituzione degli Stati Uniti fa specifico divieto al Governo Federale di effettuare questo tipo di monitoraggio su cittadini innocenti. E’ assolutamente necessario ripristinare la regola della Legge. Il nostro Governo ha perso la retta via, ad ogni senso dei limiti del proprio potere”.

    E un terzo vede un diverso aspetto del problema: “L’amministrazione non è estranea, dice, a usare il potere dell’informazione per ‘motivi politici’ E questo è uno sviluppo molto pericoloso”.

    Le ultime rivelazioni sull’uso esteso della raccolta dati a vari livelli stanno rimettendo tutto in discussione. Siamo al punto che sono in molti a chiedere l’istituzione di un nuovo Church Committee (Un comitato guidato dal senatore Democratico Church che nel 1970 aveva investigato sulla raccolta di informazioni del Governo e sulla sorveglianza domestica, portando alla formazione del ‘Foreign Intelligence Surveillance Act’ e della ‘Foreign Intelligence Surveillance Court’). Sta per esplodere negli Stati Uniti un nuovo confronto tra la necessità di Controllo e quelle di Democrazia e Privacy. E’ bene che sia un confronto basato su una riflessione profonda.

    (AO)

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