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    Dieci anni di rapporti USA, UE e Cina nello Spazio

    di Alessandro Ovi

    Il laboratorio spaziale cinese Tiangong 1 e il razzo Long march 2 vengono trasferiti al sito di lancio. Fonte: China Manned Space Engineer(Si veda il link)

    La recente notizia riportata sulla nostra rivista di un importante test cinese di comunicazione quantica nello spazio segna un nuovo passo avanti della scienza e della tecnologia spaziale della Cina.

    Già nella presentazione del libro bianco sulle attività della Cina nello Spazio, si era notato il sorprendente progresso in continua crescita di tutti i settori più importanti, dai voli umani, ai satelliti per le comunicazioni, a quelli per il rilevamento della posizione o per il controllo dell’ambiente terrestre. Ma mentre tutto era visto in funzione di una rincorsa della Cina rispetto a Stati Uniti, Europa e Giappone, gli esperimenti di comunicazione quantica pongono i Cinesi nettamente all’avanguardia. La comunicazione quantica, per le sue caratteristiche di protezione delle informazioni, ha un’importanza strategica elevatissima.

    Questo cambiamento della situazione invita ad una nuova riflessione sul rapporto che Stati Uniti ed Europa e Giappone debbono avere in materia con la Cina. Il cammino verso una collaborazione strutturale è stato caratterizzato nell’ultimo decennio da alti e bassi.

    Nel 2004, durante una visita del Presidente Cinese in Europa al Centro ESTEC Di ESA vicino ad Amsterdam, era stata annunciata una serie di nuove cooperazioni UE Cina nelle attività spaziali.

    Da allora, ESA e il ‘National Remote Sensing Center of China’ (Istituto operante nell’ambito de ministero della Scienza e della Tecnologia della Repubblica Popolare Cinese) avevano collaborato nello sviluppo di applicazioni della osservazione terrestre.

    La collaborazione aveva avuto uno slancio importante con la creazione di un programma triennale di sfruttamento a vari fini della Osservazione Terrestre chiamato Dragon (2004-2007).

    Il programma si focalizzava su applicazioni scientifiche che utilizzano dati di fonte ERS (European Remote Sensing Satellite) o Envisat (Environmental Satellite).

    Dal punto di vista della volontà politica, l’Europa pare abbastanza propensa ad approfondire la collaborazione con la Cina.

    Lo scorso anno, al 63° Congresso Internazionale di Astronautica a Napoli, il Direttore Generale dell’ESA Jean Jaques Dordain aveva dichiarato di essere impressionato dai rapidi sviluppi dell’industria spaiale cinese negli ultimi anni.

    Dordain aveva anche detto che ESA sperava di poter avere una collaborazione sempre più stretta con la Cina, specialmente nel campo della sperimentazione scientifica nello Spazio.

    Meno univoca invece la posizione degli Stati Uniti.

    Nel 2011, SPACE.com si domandava: “US & China Space Race or Cosmic Cooperation?

    In occasione del lancio del primo modulo del suo laboratorio spaziale, Clara Moskowitz, Assistant Editor in chief della testata, dichiarava che a quel punto gli Stati Uniti si trovavano di fronte alla scelta se cooperare in progetti congiunti di esplorazione spaziale oppure se limitare la collaborazione, o addirittura dare il via ad una Competizione Spaziale analoga a quella con l’Unione Sovietica negli anni ’60.

    Gli esperti ritengono che vi possano essere benefici e rischi in entrambe le posizioni, ma fanno notare che il problema dello spazio non è che uno dei tasselli nel mondo complesso in continuo cambiamento delle relazioni tra Cina e Stati Uniti

    Lo stesso SPACE.com, tuttavia, già nel Febbraio 2012 affrontava il tema: “Secondo i vetrici della ‘Intelligence’ americana, la crescita del programma Spaziale Cinese può portare seri rischi di natura militare agli Stati Uniti”.

    Secondo loro, la Cina continua a sviluppare tecnologie destinate a distruggere o a neutralizzare satelliti, il che rende gli Stati Uniti e gli altri paesi con un rilevante patrimonio di satelliti in orbita particolarmente nervosi.

    Anche il programma di Pechino molto ambizioso nel settore dei voli umani nello spazio non lascia tranquilli, dato che la maggior parte dei progressi in questo campo, possono avere applicazioni militari importanti.

    Il Generale Ronald Burgess, direttore della ‘Defense Intelligence Agency’, ha dichiarato a un’audizione del Comitato del Senato che la crescente capacità della Cina di danneggiare o distruggere le risorse spaziali degli avversari rafforza notevolmente la sua attuale potenza militare convenzionale.

    Anche una rilevante parte politica americana è profondamente contraria a ogni forma di collaborazione con la Cina.

    Il republicano, Frank Wolf (R-Va.), aveva detto durante i lavori della ‘Commossion for U.S.-China Economic and Security Review’ che le attività spaziali della Cina erano troppo legate al settore militare ed erano spesso in contrasto con gli interessi americani.

    “Questo è il motivo per il quale avevo fatto fissare una risoluzione nel budget 2011 che proibiva alla NASA e all’Office of Science and Technology Policy’ di utilizzare fondi federali per pianificare, progettare o attuare programmi o politiche bilaterali con la Cina o con società cinesi”.

    La navicella spaziale cinese Shenzhou 8 agganciata al Modulo Tiangong 1, 3 Nov. 2011.

    (Si veda il link)

    La pressione verso una crescente collaborazione tuttavia aumenta.

    A giugno di quest’anno, su Space Dayly, un ricercatore astronauta cinese ha auspicato una collaborazione per promuovere lo sviluppo di tecnologie dedicate al volo spaziale umano.

    “Da tempo la Cina sta promuovendo la collaborazione internazionale per i voli umani nello spazio secondo il principio del mutuo rispetto, della equità, e della trasparenza”, ha dichiarato Deng Yibing, direttore del ‘China Astronaut Research and Training Center’, nel corso di una conferenza a Pechino.

    La foto ritrae tre astronauti che avevano completato il periodo di permanenza nello Spazio, il più lungo della storia spaziale cinese, ed erano appena rientrati sulla terra, completando un altro passo verso l’obiettivo cinese di mettere in orbita una stazione spaziale abitata entro il 2020.

    Anche da parte americana vi sono segni di avvicinamento.

    Il nuovo Direttore della NASA, Charlie Bolden, vorrebbe trovare il modo di aggirare il divieto totale di Frank Wolf, e John Holdren, direttore dell’Ufficio della Casa Bianca per la Politica della Scienza e della Tecnologia, ha fatto sapere a Wolf ed altri legislatori che l’amministrazione intendeva ubbidire alla proibizione fini tanto che questo non andasse in conflitto con l’autonomia del Presidente nel condurre relazioni internazionali.

    Il segno politico più importante in questo senso viene dalla dichiarazione del Presidente Obama, a favore della collaborazione con la Cina, in occasione del recentissimo ‘China -US High Level Talks Strategic and Economic Dialogue’ (S&ED).

    Lo spazio ha bisogno di un grande rilancio.

    La crisi economica ha ridotto le risorse disponibili. L’entusiasmo che aveva portato al grande sostegno popolare per le prime missioni Apollo e alla conquista della Luna era stato alimentato dalla paura di essere superati dall’Unione Sovietica in tempi di Guerra Fredda.

    Questa paura non esiste più da tempo.

    Oggi, la speranza dello Spazio, in un momento di grande instabilità dei rapporti internazionali a livello globale, è quella di essere percepito come ambiente in cui tessere nuove relazioni di armonia e di collaborazione. Può essere proprio che il rilancio dello Spazio, finito il ‘motore’ della Guerra Fredda, possa avvenire grazie al desiderio di una ‘Calda Pace’.

    (AO)

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