Dal veleno della vespa gioiello, una nuova famiglia di peptidi contro il Parkinson

Il veleno con cui la Ampulex Compressa trasforma le proprie prede in zombie provoca reazioni simili a quelle del Parkinson.

di MIT Technology Review Italia

Una squadra di ricercatori guidata da Michael Adams, professore di entomologia e neuroscienze della University of California, ha studiato il veleno con cui le vespe gioiello riducono le proprie prede in zombie per potervi depositare le uova.

Lo stato in cui vegetano le prede prende il nome di ipocinesia e gli scienziati credono di aver identificato i peptidi contenuti nel veleno che inducono questa perdita di controllo.

Nonostante la formulazione di veri e propri farmaci da questa scoperta non possa che richiedere tempo, lo studio di questi insetti può cominciare a dare qualche risposta sulle condizioni neurologiche che portano al Parkinson ed eventualmente mettere in luce molecole che ne possano mitigare i sintomi.

Adams e la sua squadra hanno studiato il veleno combinando cromatografia liquida e spettrometria di massa. La squadra è convinta che la nuova famiglia di peptidi scoperta, che ha preso il nome di Ampulexins, sia direttamente coinvolta nella perdita di controllo del soggetto avvelenato.

Somministrando ad alcuni insetti il composto creato in laboratorio, infatti, gli scienziati hanno potuto osservarli divenire insensibili a scosse elettriche e ‘zombificarsi’, ovvero perdere la capacità di reagire e camminare spontaneamente. Secondo i primi test, le sostanze studiate sono risultate innocue per la crescita di Escherichia coli e Bacillus thuringiensis, né hanno provocato danni alle cellule riproduttive di criceti su ci sono state testate.

I ricercatori sono convinti che questi nuovi peptidi interferiscano con la capacità della dopamina di controllare le reazioni fisiche ed emotive, esattamente si crede faccia il Parkinson, una malattia di cui si conoscono bene gli effetti, ma non le origini. Lo studio ipotizza la possibilità di trovare delle risposte sul Parkinson studiando l’azione degli Ampulexins.

I risultati della ricerca sono descritti su Biochemistry.

(lo)

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