Come la Cina sorveglia il mondo

Il governo cinese attinge a fonti di dati a livello globale attraverso partnership con aziende straniere e nazionali per difendere a tutti i livelli la sua sicurezza nazionale.

di Mara Hvistendhala

La Cina non raccoglie solo enormi quantità di dati sui propri cittadini, ma aspira ad ottenere informazioni dal resto del mondo che un giorno potrebbero essere utili per la sua sicurezza nazionale, utilizzando canali di ogni tipo. Samantha Hoffman dell’Australian Strategy Policy Institute, uno dei massimi esperti sullo stato di sorveglianza cinese, ha fatto luce su questo fenomeno lo scorso anno con un rapporto, Engineering Global Consent, che si concentra su GTCOM, una delle aziende statali che rappresenta il cuore della strategia di raccolta dati globale della Cina. Ne parliamo con Lei in questa intervista.

In che modo il Partito Comunista Cinese (PCC) raccoglie i dati?

I dati utilizzati dal Partito sono disponibili in molte forme, inclusi testo, immagini, video e audio. All’interno della Cina, l’accesso a questi dati è semplice. A livello globale, il Partito utilizza imprese di proprietà statale, aziende cinesi e straniere, e partner come ricercatori universitari. Il PCC non raccoglie solo dati attraverso tecnologie di sorveglianza invasive come telecamere che utilizzano il riconoscimento facciale, ma si basa anche su tecnologie che forniscono servizi quotidiani, come i dispositivi associati alle città intelligenti. Molto prima che l’AI o i “big data” diventassero parole d’ordine, l’intento del Partito era quello di indurre – non semplicemente costringere – le aziende a partecipare al proprio controllo. 

Cosa sta facendo il PCC con tutti questi dati? 

Il PCC raccoglie i dati in blocco e prevede di utilizzarli in fasi successive. Grandi set di dati possono rivelare modelli e tendenze nel comportamento umano, che aiutano il PCC con le operazioni di intelligence, per la propaganda e per le normali procedure di sorveglianza. Alcuni di questi dati vengono inseriti in strumenti come il sistema di credito sociale. I dati in blocco, come immagini e dati vocali, possono essere utilizzati anche per addestrare algoritmi per il riconoscimento facciale e vocale. 

I metodi del PCC non sono così diversi da quelli che dominano il settore pubblicitario globale. La differenza è che, invece di cercare di vendere un prodotto, il PCC sta cercando di esercitare un controllo autoritario. Sta usando il capitalismo come veicolo per accedere ai dati che possono aiutarlo a interrompere i processi democratici e creare un ambiente globale più favorevole al suo potere. 

Perché questa politica è una minaccia per il resto del mondo?

I cittadini delle democrazie liberali sono giustamente interessati al modo in cui le aziende tecnologiche abusano dei loro dati, ma almeno nelle democrazie liberali ci sono restrizioni crescenti sull’utilizzo che ne può essere fatto. In Cina, dove il partito-stato afferma letteralmente che lo scopo della legge è quello di “rafforzare e migliorare la leadership del partito”, la tecnologia viene utilizzata per estendere il potere politico del partito-stato e sviluppata secondo quello standard. Il Partito parla della sua intenzione di plasmare l’opinione pubblica globale al fine di proteggere ed espandere il proprio potere politico. Allo stesso tempo, le aziende tecnologiche cinesi raccolgono dati a sostegno di tali sforzi. Chiunque viva in una democrazia liberale dovrebbe essere preoccupato per le ripercussioni negative che ciò ha per le libertà e la privacy. 

Quindi dovremmo eliminare i vari TikTok dai nostri telefoni?

Di certo non scaricherò questa app sul mio. TikTok è un buon esempio di un’app apparentemente benigna che può fornire al PCC molti dati utili. Nessuno penserebbe che un’app di social media utilizzata da molti bambini in tutto il mondo ponga dei problemi di tipo politico. Ma i dati di un’app come TikTok possono essere utilizzati per capire cosa provano e come pensano le persone. Una causa recentemente intentata contro l’azienda in California afferma che i dati sui volti raccolti dall’app erano collegati a server con base nella Repubblica popolare cinese, il che solleva significative preoccupazioni per la privacy. 

TikTok ha affermato che memorizza i dati degli utenti in server situati negli Stati Uniti e a Singapore, ma questo è un modo per eludere le domande sul potenziale controllo politico del Partito sull’azienda. Inoltre, è stato riscontrato che l’app censura o sopprime i contenuti relativi a Black Lives Matter e LGBTQ, tra gli altri argomenti. Credo seguano uno schema preciso e non è un elemento trascurabile.

Come mai Lei lancia l’allarme su GTCOM, un’azienda cinese poco conosciuta che ha avuto modo di studiare?

GTCOM è una società di big data e intelligenza artificiale controllata dal Dipartimento centrale della propaganda cinese, che è profondamente coinvolta nei tentativi del Partito di spostare la narrativa globale sul potere della Cina. Uno dei loro prodotti afferma di raccogliere 10 terabyte di dati al giorno, o da due a tre petabyte all’anno, da pagine web, forum, Twitter, Facebook, WeChat e altre fonti. In termini di dimensioni, è l’equivalente di 20 miliardi di foto di Facebook. L’azienda descrive il suo lavoro come un contributo diretto alla sicurezza nazionale cinese, compresa l’intelligence militare e la propaganda.

Il braccio di ricerca e sviluppo di GTCOM ha sviluppato algoritmi che cercano parole chiave militari nelle informazioni che raccoglie, che potrebbero ad esempio provenire da CV o brevetti. L’azienda ha espressamente dichiarato che il suo lavoro aiuta a difendere la sicurezza dello Stato. Nel 2017, un alto dirigente ha affermato che GTCOM aveva istituito un sistema di sicurezza delle informazioni che si basa su immagini, testo e riconoscimento vocale per “prevenire i rischi per la sicurezza” e “fornire supporto tecnico e assistenza per la sicurezza dello Stato”. 

GTCOM ha un raggio d’azione esteso. Che ne pensa del suo comportamento all’estero?

GTCOM ha stretti rapporti con aziende tecnologiche cinesi che hanno una grande presenza globale. Per esempio, ha un accordo strategico con Alibaba Cloud per incorporare i suoi servizi di traduzione nella tecnologia dell’azienda. Il modello di business che fornisce servizi di GTCOM consente di raccogliere tutti i dati generati dai servizi di traduzione di GTCOM. A prima vista, potrebbe sembrare che i suoi servizi siano utilizzati per migliorare la qualità della traduzione, ma in realtà vengono impiegati anche per costruire altri prodotti, compresi quelli legati alla sicurezza nazionale. 

GTCOM ha stabilito partnership con ricercatori di linguistica in tutto il mondo. Queste partnership danno a GTCOM l’accesso a un’ampia varietà di dati. Ciò che GTCOM sta facendo non è dissimile da Palantir, un’azienda di software americana specializzata nell’analisi dei big data, in termini di analisi dell’informazione. La differenza è che l’intento che guida il lavoro di GTCOM è inquadrato dal PCC, i cui interessi sono contrari a quelli di una democrazia liberale.

Come ci si può difendere?

Le soluzioni ideali non esistono ancora, in parte perché la ricerca su questi temi non è stata lungimirante. Di certo possiamo iniziare con un maggiore investimento in programmi di alfabetizzazione e trasparenza dei dati. Le democrazie liberali devono migliorare le attività sulla sicurezza nella catena di approvvigionamento digitale, investire in ricerca e sviluppo e diventare più competitive nel mercato delle tecnologie intelligenti. 

Non possono affrontare questa impresa da sole, ma stringere nuove alleanza e rinforzare quelle già esistenti. Infine, i governi liberal-democratici devono migliorare le leggi sulla privacy dei dati e ripensare a come gestire la propaganda nell’era digitale, senza compromettere nei limiti del possibile i valori democratici lungo la strada. Per fare ciò, devono essere chiari su quali sono i loro valori e perché differiscono da quelli dei regimi autoritari. 

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