L’esperta britannica di tecnologia, autrice di “Screen Time”, elenca alcuni modi per ottimizzare il tempo passato davanti a uno schermo.
di Becca Caddy
La nostra dipendenza dalla tecnologia è aumentata vertiginosamente durante la pandemia. La piattaforma di analisi dei dati App Annie ha rilevato che, nell’aprile del 2020, le persone trascorrevano circa 4 ore e 18 minuti al giorno sui dispositivi mobili. Si tratta di un aumento del 20 per cento rispetto all’anno precedente, pari a 45 minuti in più al giorno di tempo davanti a uno schermo.
La ricerca mostra che non c’è nulla di intrinsecamente sbagliato nel trascorrere più tempo sugli schermi, soprattutto in questo momento. Oltre ai vantaggi di entrare in contatto con amici, familiari e colleghi, rivolgersi alla tecnologia può aiutarci a gestire le emozioni più complesse e persino a ridurre lo stress.
Tuttavia, non tutto il tempo passato in questo modo è uguale. Alcune attività online comportano un certo grado di rischio. Trascorrere lunghi periodi a scorrere passivamente i social media, per esempio, è legato allo sviluppo di sentimenti di invidia e solitudine e ad un maggior rischio di depressione.
Cosa dovremmo fare, quindi, nei mesi a venire per assicurarci che il nostro rapporto con la tecnologia rimanga il più sano e costruttivo possibile in un momento in cui ne siamo tutti così dipendenti?
La risposta dipende in qualche modo dalle inclinazioni personali. Si potrebbe essere il tipo di persona che si sente confortata e ispirata dopo aver trascorso mezz’ora a curare le bacheche a tema su Pinterest, ma scorrere le immagini su Instagram per lo stesso periodo di tempo potrebbe provocare un senso di stanchezza e irritabilità.
Indipendentemente da come si è, però, credo che tutti possiamo trarre vantaggio da un approccio più deliberato al modo in cui passiamo il nostro tempo davanti a uno schermo. Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di trovare un qualche tipo di equilibrio nel rapporto con la tecnologia, con la consapevolezza che ciò che è meglio per noi potrebbe non esserlo per gli altri. Di seguito fornisco alcuni consigli su quali comportamenti adottare per raggiungere un migliore equilibrio nelle settimane e nei mesi a venire.
Costruire la consapevolezza. È difficile cambiare comportamenti se non ne siamo coscienti. Un buon punto di partenza è monitorare dove si trascorre il tempo sullo schermo utilizzando un’app, come Moment, o gli strumenti integrati del telefono. Il solo monitoraggio non è sufficiente, ma si devono controllare queste statistiche regolarmente.
Il check-in è importante perché gli studi suggeriscono che tendiamo a sottovalutare il tempo che impieghiamo a scorrere testi e immagini. Il monitoraggio fornirà una prospettiva e suggerirà un’idea di quali modifiche apportare. Suggerisco anche di fare regolarmente “controlli dell’umore” ogni poche ore ogni volta che si è online. Mentre scorriamo, spesso non è chiaro quale conversazione, app o thread di Twitter abbia condizionato il nostro umore. Con un controllo consapevole, si può capire meglio cosa scatena sentimenti negativi e decidere quali attività evitare o sulla quale ritornare in futuro.
Questo è importante perché la ricerca mostra che quando ci viene chiesto di immaginare come la tecnologia influisce sul nostro umore, tendiamo a pensare che il tempo che passiamo sui nostri dispositivi ci fa sentire peggio di quanto non faccia effettivamente. È possibile che la paura del potenziale impatto della tecnologia sulla nostra salute mentale abbia influenzato le nostre aspettative. Quindi la domanda è: mi sento male perché ho passato 20 minuti su TikTok o perché penso che dovrei sentirmi male per aver trascorso 20 minuti su TikTok?
Fare chiarezza sui vantaggi. I nostri dispositivi possono essere fonte di stress e preoccupazione, ma possono anche essere fonte di gioia. Non esiste un unico modo giusto per capire quali social network o app offriranno effetti positivi senza molti svantaggi. Ecco perché dobbiamo capire cosa funziona per ognuno di noi.
È troppo semplicistico dire a noi stessi che ridurremo il nostro utilizzo della tecnologia. Le cose che ci piace fare con i nostri dispositivi sono importanti. Che si tratti di giocare ai videogiochi o altro, si dovrebbero considerare queste attività sullo schermo alla stregua di un esercizio o un lavoro. È anche importante comunicare queste esigenze alle persone con cui si vive per aiutare tutti a bilanciare il loro tempo tra lo svolgimento di attività basate sulla tecnologia da soli e quelle comuni, come preparare la cena insieme.
Fare attenzione all’uso attivo o passivo dei social media. Il tempo passivo trascorso sui social media può essere peggiore per il nostro benessere rispetto a un uso più attivo. Numerosi studi suggeriscono che più tempo si passa a scorrere i feed sociali senza un impegno attivo, più è probabile sperimentare depressione e altri effetti negativi. L’uso passivo potrebbe significare vedere una nuova foto pubblicata da un amico e scorrere avanti, mentre l’uso attivo potrebbe significare scrivere un commento o inviare un messaggio diretto.
Questo non significa che tutti dobbiamo scrivere commenti sotto ogni nuovo post che vediamo, ovviamente. Invece, dobbiamo solo riconoscere quando non ci si sente comunicativi e forse trovare un’attività diversa sullo schermo per occupare quel tempo.
Cambiare punto di vista. Le parole che usiamo per parlare di noi stessi e delle nostre vite contano molto. Frasi come “disintossicazione tecnologica” o “disintossicazione digitale” sono diventate per noi modi di parlare per descrivere come staccare dalla tecnologia. Ma disintossicarsi, che riguarda più il raggiungimento di un obiettivo estremo a breve termine, non avvicina al raggiungimento di quei valori a lungo termine di cui si ha bisogno per mantenere uno stile di vita sano in un mondo connesso digitalmente. L’obiettivo dovrebbe essere sempre quello di trovare l’equilibrio che supporti il benessere personale nel lungo periodo.
Ci sono altri modi in cui possiamo descrivere le nostre relazioni tecnologiche – come “abitudini”, per esempio – che fanno sembrare il nostro tempo davanti allo schermo un aspetto della nostra vita che possiamo cambiare gradualmente invece di una tossina che deve essere espulsa. Cambiamenti improvvisi e radicali nei nostri comportamenti tecnologici corrono il rischio di farci sentire ancora più isolati in un momento in cui molti di noi hanno bisogno di più strade alternative per connettersi.
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