Cloni tuttofare

I personaggi basati sull’intelligenza artificiale che fanno riferimento a volti di persone reali possono recitare in migliaia di video e dire qualsiasi cosa. Il rischio è che sfuggano al controllo di chi ha dato il consenso a sfruttare la sua immagine.

di Will Douglas Heaven

Come molti studenti, Liri ha avuto diversi lavori part-time. Ha 23 anni, vive in Israele e fa la barista a Tel Aviv, dove frequenta l’università. Vende anche auto, lavora nella vendita al dettaglio e conduce colloqui di lavoro e sessioni di inserimento dei nuovi dipendenti come rappresentante aziendale delle risorse umane, in Germania.

Liri può destreggiarsi tra così tanti lavori, in più paesi, perché ha prestato il suo volto a Hour One, una startup che usa le somiglianze delle persone per creare personaggi con la voce dell’intelligenza artificiale che poi appaiono nei video di marketing ed educativi per le organizzazioni di tutto il mondo. Fa parte di un’ondata di aziende che stanno revisionando il modo in cui vengono prodotti i contenuti digitali. E ha serie ricadute in campo lavorativo

Liri fa il suo lavoro di barista di persona, ma non ha idea di cosa stiano combinando i suoi cloni digitali. “È decisamente un po’ strano pensare che la mia faccia possa apparire in video o annunci pubblicitari per diverse aziende”, dice. Hour One non è l’unica azienda a utilizzare la tecnologia deepfake per produrre mash-up di filmati reali e video generati dall’AI. Alcuni hanno usato attori professionisti per dare vita ai personaggi, ma Hour One non richiede particolari abilità. Devi solo essere disposto a cedere i diritti sulla tua faccia.

E’ tutto possibile

Hour One sta costruendo un pool di quelli che chiama “personaggi”. “Abbiamo una fila di persone che ci richiedono il servizio”, afferma Natalie Monbiot, capo della strategia dell’azienda. Chiunque può candidarsi per diventare un personaggio. Come un’agenzia di modelle, Hour One filtra i candidati, selezionando quelli che desidera sui suoi “libri”. L’azienda punta a un ampio campione di personaggi che rifletta l’età, i sessi e le etnie delle persone nel mondo reale, afferma Monbiot (attualmente, circa l’80 per cento dei suoi personaggi ha meno di 50 anni, il 70 per cento sono femmine e il 25 per cento sono bianchi).

Per creare un personaggio, Hour One utilizza una telecamera 4K ad alta risoluzione per filmare una persona che parla e fa diverse espressioni facciali davanti a uno schermo verde. E questo è tutto per la parte umana della performance. Inserendo i dati risultanti in un software di intelligenza artificiale che funziona in modo simile alla tecnologia deepfake, Hour One può generare una quantità infinita di filmati di quella persona che dice qualsiasi frase in qualsiasi lingua.

I clienti di Hour One pagano l’azienda per utilizzare i suoi personaggi in video promozionali o commerciali. Selezionanao un volto, caricano il testo prescelto e recuperano un video di quella che sembra una persona reale che recita quel copione davanti a una telecamera. Il servizio più rapido utilizza un software di sintesi vocale per generare voci sintetiche, che sono sincronizzate con i movimenti della bocca e le espressioni facciali dei personaggi. 

Hour One offre anche un servizio premium in cui l’audio viene registrato da doppiatori professionisti. L’azienda afferma di avere più di 40 clienti, tra cui società impegnate nei settori immobiliari, e-commerce, salute digitale e intrattenimento. Uno dei principali clienti è la Berlitz, una scuola di lingue internazionale che offre corsi video con insegnanti madrelingua.

Secondo Monbiot, Berlitz voleva aumentare il numero di video offerti, ma ha faticato a farlo utilizzando veri attori umani. Dovevano avere troupe di produzione che creavano la stessa configurazione con lo stesso attore più e più volte. Un lavoro insostenibile”. Grazie a Hour One, ora Berlitz generare centinaia di video in pochi minuti. 

Un altro esempio della tecnologia in azione è Alice Receptionist, una società che fornisce alle aziende un avatar di un receptionist umano su uno schermo per gestire le domande dei clienti. Hour One sta collaborando con Alice Receptionist per aggiornare le sue riprese video di attori umani in modo che i receptionist digitali possano dire cose diverse in lingue diverse senza dover rigirare ore di video.  

Liri, come succede per tutti i prodotti di Hour One, riceve un micropagamento ogni volta che un cliente concede in licenza un video che usa il suo viso.  “Non posso dire che oggi qualcuno si guadagni da vivere facendo questo”, dice Monbiot. “Ma pensiamo che se tutto andrà bene sarà sufficiente a garantire un buon reddito”.

Eliminando la necessità di troupe cinematografiche, tecnici di studio e, salvo qualche minuto, attori, la tecnologia di Hour One è un vantaggio per le aziende che desiderano aumentare la produzione video, anche calcolando un minimo di pagamento per persone come Liri. Ma alcuni sono turbati dalle implicazioni per il futuro del lavoro.

Garanzie etiche

“Questo sembra un caso abbastanza estremo di tecnologia che ridimensiona il ruolo dell’essere umano in un particolare processo lavorativo”, afferma Jessie Hammerling del Center for Labor Research and Education dell’Università della California, a Berkeley, che studia l’impatto delle nuove tecnologie sul lavoro . “L’automazione non elimina sempre del tutto i ruoli umani, ma li modifica in modi che influiscono sulla capacità delle persone di guadagnare un salario equo o di trasformare un lavoro in una carriera a lungo termine”, continua.

Hammerling osserva che consentire alle aziende di riutilizzare filmati di attori una tantum per più progetti video ridurrà la disponibilità di questo tipo di lavoro per chi è impegnato nel campo della recitazione. Secondo SAG-AFTRA, un sindacato di attori cinematografici, televisivi e radiofonici statunitensi, molti attori svolgono attività promozionali e di marketing per clienti come quelli che ora lavorano con Hour One.

SAG-AFTRA ritiene sia importante che le persone che prestano i volti ad aziende come Hour One siano in grado di mantenere il controllo su come vengono utilizzati i cloni.  “C’è il rischio di essere inseriti in contenuti non condivisi o che potrebbero entrare in conflitto con altri lavori”, afferma un portavoce sindacale.

Hour One sembra aver capito bene. L’azienda non lascia che le persone abbiano voce in capitolo su come verrà utilizzato il loro volto o quali parole verranno messe loro in bocca, ma ha una politica etica che specifica che non collaborerà con determinate industrie. “Siamo piuttosto conservatori riguardo ai tipi di aziende con cui lavoriamo”, afferma Monbiot. Ciò significa niente gioco d’azzardo, niente sesso e niente politica.

Immagine: Hour One

(rp)

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