Car sharing e automobili elettriche

Intervista con Andreas Knie

di Gregor Honsel

Andreas Knie, 50 anni, è professore di sociologia all’Università di Berlino e fondatore di InnoZ GmbH, Centro per l’innovazione nella mobilità e nel cambiamento sociale. Opera anche come responsabile di DB Rent GmbH, una controllata di Deutsche Bahn, per i programmi di car sharing e bike sharing, e come supervisore del progetto BeMobility della municipalità di Berlino.

Quale ruolo avrà l’automobile tra 10-20 anni?

Noi usiamo ancora le automobili come strumento prioritario di locomozione. Se dovremo ancora comprarne una per averla costantemente a disposizione, non mancheranno i problemi. Il concetto di condivisione, secondo cui paghiamo un’automobile solo quando ne abbiamo bisogno, dovrà certamente diffondersi.

Quali sono i vantaggi del car sharing?

Per il trasporto e per l’ambiente, non importa se vengo a trovarmi in un ingorgo con la mia automobile o con una automobile presa a prestito.

Il car sharing comporta un migliore utilizzo della flotta. Un’automobile in car sharing sostituisce circa 16 automobili private. E non ci sono in tutto il mondo aree metropolitane in grado di accogliere un numero illimitato di automobili.

Viene ridotto anche il numero di persone che sono sulla strada?

No, ma dobbiamo guardare a una nuova flessibilità del lavoro e degli stili di vita. Ciò significa che non si registrano più i picchi classici, quando tutti si mettono in strada la mattina presto per andare al lavoro. Resta solo un piccolo picco mattutino e, per inciso, anche la Cina è praticamente esente da picchi il pomeriggio.

Quale sarà il ruolo dei veicoli elettrici in futuro? Quali problemi restano da risolvere?

Nel trasporto il 90 per cento dei consumi dipende dai combustibili fossili. Con i veicoli elettrici, potremo utilizzare fonti di energia rinnovabili e decentrate, liberandoci dalla schiavitù del petrolio.

Si afferma spesso che i veicoli elettrici utilizzano energia da più fonti, ma emettono più CO2 di un diesel moderno.

Non è corretto. L’impatto sul clima di un veicolo elettrico è certamente maggiore di quella dei tradizionali veicoli a combustione interna. Ma le automobili elettriche potranno conseguire i massimi risultati ambientali, migliorando l’efficienza del traffico, se verranno utilizzate secondo il modello della condivisione.

Se aumentasse il numero delle automobili condivise, non si cannibalizzerebbe il trasporto pubblico?

Con il progetto BeMobility, a Berlino si sta cercando di ottenere esattamente l’opposto.

Prima di tutto, nel modello del car sharing vengono rese disponibili automobili elettriche di tutte le marche, offrendo a tutti la possibilità di avere a che fare con le tecnologie avanzate, e molti si stanno convincendo a rinunciare a un’automobile di proprietà. In effetti, il car sharing basato su automobili elettriche costituisce un ulteriore incentivo ad abolire la vecchia automobile, dal momento che le automobili elettriche sono tecnologicamente interessanti e facili da guidare.

Per altro, il fatto che con le automobili elettriche non si possono percorrere più di 250 km, induce a prendere in considerazione anche le alternative, come l’autobus e il treno. Così l’automobile elettrica diventa un “mezzo pubblicitario” a favore del trasporto pubblico.

Quali saranno le conseguenze per le Case automobilistiche più importanti?

L’alta pressione competitiva nel settore automobilistico comporta un’accelerazione dell’innovazione verso nuovi concetti di mercato. L’unico grande problema in Germania è quello del trasporto pubblico. C’è ancora una spinta insufficiente a migliorarlo.

Tra imprese di trasporto e Case automobilistiche può restare ancora spazio per una terza parte, un servizio di mobilità indipendente, che riunisca i diversi servizi?

Si specula ogni tanto sulla possibilità che Google o la Telekom tedesca possano assumere un ruolo d’integrazione. Poi ci sono le aziende di servizio pubblico che, possedendo le infrastrutture e i contatti con l’utente, rivendicano un ruolo nel trasporto pubblico. Tuttavia, anche se non mancano i candidati, in questo momento nessuno si sta impegnando davvero. Le case automobilistiche sono culturalmente un passo avanti e sanno come sviluppare le loro attività. è difficile immaginare che un operatore indipendente riesca a superare queste marche. Ma sarà una lotta interessante.

L’integrazione del trasporto pubblico e privato può andare a vantaggio di tutti?

Siamo ancora lontani. Abbiamo contabilità e gestione dei dati separate. Inoltre, non esistono ancora modelli di business validi per le aziende.

Quali sono i compiti della politica?

Deve andare in porto la legge sul trasporto dei passeggeri, che dal Consiglio dei Ministri passerà ora al Bundestag. Ma non vi è ancora alcuna disposizione per il settore intermodale. Inoltre, avremmo bisogno di una nuova definizione dello spazio pubblico, anche per realizzare nuovi parcheggi, rendendone la gestione più consistente e proficua. Così la gente ci penserebbe due volte prima di prendere l’automobile. E se potrà usufruire di un servizio di car sharing senza problemi di parcheggio, allora vedremo affermarsi rapidamente un sistema di trasporto diverso e più concorrenziale.

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