Marshall McLuhan conserva il singolare privilegio di essere lo studioso più citato e nel contempo meno conosciuto del nostro tempo.
di Gianpiero Gamaleri
Il libro Understanding McLuhan cerca proprio di capire chi sia stato questo autore canadese, i cui slogan ricorrono in quasi tutti i discorsi dei contemporanei. E’ stato l'”inventore” del villaggio globale, de il mezzo è il messaggio, dell’ astronave Terra, dei media caldi e media freddi: espressioni che tutti conosciamo, ma di cui ignoriamo il pensiero che li ha generati. A venticinque anni dalla sua scomparsa, viene riproposto non solo lo studioso, ma anche l’uomo, con le sue passioni, le sue difficoltà, la sua fede.
Gli studi su McLuhan hanno avuto proprio in Italia un eccezionale sviluppo. Il volume raccoglie i testimoni di questo sforzo di capire McLuhan: sono alcuni tra i maggiori intellettuali italiani del nostro tempo, da Franco Ferrarotti a Renato Barilli, da Umberto Eco a Gianfranco Bettetini, da Pietro Prini a Giovanni Gozzer, da Amleto Lorenzini a Gino Agnese, da Enrico Baragli a Rosario Esposito e tanti altri. E per completare il contatto più diretto con il suo pensiero, ecco le sue famose interviste a Erich Norden e ad Empedocle Mafia. Ne deriva un approfondimento sulle sorti delle nostre civiltà, che costituisce un unicum nel panorama culturale contemporaneo. Di fronte all’implosione del pianeta determinato dalle reti di comunicazione non c’è che un’alternativa: o la solidarietà globale o lo scontro demolitore del nostro habitat.
Il lavoro si articola in tre parti. La prima parte, intitolata Knowing McLuhan, è costituita da un’ampia introduzione, che fornisce alcuni riferimenti biografici e di pensiero necessari a fare la conoscenza con il pensatore canadese. Ne deriva un ritratto esistenziale e intellettuale destinato a incuriosire il lettore contemporaneo. Pensiamo ad alcuni passaggi della sua vita, come il lungo viaggio, nella metà degli anni ’30 dalla costa occidentale del Canada fino a Toronto e, di qui, in Inghilterra, a Cambridge, per respirare l’atmosfera dei suoi amatissimi autori della letteratura inglese ed europea. E, nel contempo, i profondi sviluppi di questa esperienza, come la sua conversione dal protestantesimo al cattolicesimo, sullo spunto della lettura di Chesterton, il matrimonio con Corinne, contrastato dai genitori di lei, ma che segnerà positivamente tutta la sua vita e, infine, i primi segnali dello sconfinamento dei suoi interessi dalla letteratura alla riflessione sui media, che darà luogo, nel 1951, alla pubblicazione de The Mechanical Bride, la sposa meccanica, simbiosi inquietante tra l’automobile e la figura femminile.
La seconda parte del libro è dedicata a “capire McLuhan” e si intitola appunto Understanding McLuhan, riecheggiando il suo famoso libro del 1962 Understanding Media. Essa raccoglie le voci dei sopra citati studiosi italiani che hanno dedicato attenzione agli spunti di riflessione dell’autore canadese. Quello che incuriosisce in questi saggi è la capacità di McLuhan di suscitare profonde contrapposizioni. Ne citiamo due in particolare. Da una parte, infatti, abbiamo Renato Barilli che distingue tra pensiero sintetico e pensiero analitico e definisce quest’ultimo incapace di cogliere il respiro dei grandi scenari tracciati da McLuhan. Dall’altra vi è la puntigliosa critica di Umberto Eco che rimprovera allo studioso canadese la mancata osservanza dei criteri semiologici nell’analisi del linguaggio e degli effetti dei media. Anche sul versante del rapporto tra media e religione si verifica un’altra contrapposizione. Quella tra il gesuita Enrico Baragli, che vede in McLuhan ben poco da salvare e quella del sacerdote paolino Rosario Esposito che gli riconosce addirittura “la traversata del Mar Rosso” delle moderne tecnologie della comunicazione. Un’antologia di posizioni, quindi, tutt’altro che statiche o encomiastiche, ma al contrario battagliere e stimolanti della riflessione.
Infine, l’ultima parte del libro, intitolata Meeting McLuhan, crea un rapporto più diretto attraverso interviste sia a McLuhan stesso, sia ad alcuni testimoni privilegiati della sua avventura intellettuale. Di queste interviste segnaliamo quella di Erick Norden, realizzata nel 1969 per la rivista “Playboy” (McLuhan sosteneva: “Meglio pubblicare su un chiacchierato medium di larga diffusione che una rivista seria ma sconosciuta”). Essa si conclude con le parole che si presentano tuttora come il testamento spirituale di McLuhan: “Viviamo in un’epoca di transizione di profonde sofferenze e di una tragica ricerca di identità, ma l’agonia della nostra epoca coincide con il travaglio della rinascita. Nei prossimi decenni spero di vedere trasformarsi il nostro pianeta in un’opera d’arte; l’uomo nuovo, integrato nell’armonia cosmica che trascende il tempo e lo spazio, accarezzerà, forgerà e modellerà ogni aspetto dell’artefatto terrestre come se fosse un’opera d’arte e l’uomo stesso diventerà un’organica forma d’arte. C’è un lungo cammino da percorrere e le stelle sono soltanto stazioni di cambio, ma abbiamo cominciato il viaggio”.
Sono parole che colpiscono per il loro valore profetico. McLuhan scriveva quelle parole prima della caduta del muro di Berlino e prima dell’abbattimento delle Torri Gemelle. Già allora aveva intuito il rischio di un’ “agonia della nostra epoca”, ma aveva anche espresso la speranza che potesse coincidere con il “travaglio della rinascita”. Ci indicava anche una strada: quella di “modellare ogni aspetto dell’artefatto terrestre”. Torna alla mente il mandato divino: “Andate e conquistate la Terra”. Con McLuhan, in questa contraddittoria epoca tecnologica siamo chiamati a una “nuova alleanza” di tutti i popoli del pianeta, condizione indispensabile di sopravvivenza e di sviluppo.