Autorizzato al lancio da Cape Canaveral il primo razzo stampato in 3D

Finora, le sole società ad aver ricevuto il permesso di lanciare i propri razzi da Cape Canaveral erano SpaceX, United Launch Alliance e Blue Origin.

di Erin Winic

L’accordo: La startup Relativity Space, fondata nel 2015, si è unito al ristretto gruppo di società autorizzate a effettuare lanci dalla stazione dell’aeronautica militare di Cape Canaveral. La US Air Force ha raggiunto un accordo con la società per lanciare i propri razzi dal Launch Complex 16 (LC-16), oltre che sviluppare tutte le infrastrutture necessarie sul sito. Il Launch Complex 16 è stato utilizzato in precedenza per i lanci dei missili Titan e per i programmi Apollo e Gemini.

I razzi di Relativity: La società sostiene di aver fissato per l’anno prossimo il collaudo del suo razzo Terran-1, e che i primi lanci commerciali potrebbero partire dall’anno seguente. Il razzo verrà assemblato prevalentemente con parti prodotte dallo Stargate, la grande stampante 3D per metalli in grado di produrre parti grandi fino a 6×3 metri. Terran-1 avrà una capacità di carico di 1.250 kg.

Perché stampare un razzo in 3D? Il processo di stampa 3D permette di ridurre il costo per la realizzazione dei razzi, riducendo il numero di parti e accelerando i tempi; permette agli ingegneri di sviluppare design complessi, precedentemente impossibili da realizzare, e combinare parti fra loro o semplificare i sistemi.

Relativity sostiene che occorreranno solamente 60 giorni per costruire un Terran-1 – meno di quanto richieda un razzo convenzionale, con la sua miriade di componenti in più. L’automazione del processo comporta un abbattimento dei costi legati alla forza lavoro. La manifattura per addizione risulta penalizzata dagli elevati volumi di produzione; nel caso dell’industria aerospaziale, caratterizzata da un ridotto volume e una elevata precisione, questa tecnologia risulta invece ideale.

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