Amazon e Google stanno per dichiarare guerra a Uber

Entrambi i giganti tech vogliono una fetta della visione di taxi e camion automatizzati che Uber sta cercando di realizzare, e ciascuna di loro ha idee chiare su come fare a ottenerla.

di Jamie Condliffe

Uber sembrerebbe in testa nella corsa allo sviluppo di taxi e mezzi di trasporto pesante automatizzati, ma un paio di brevetti lascia intendere che giganti tech quali Amazon e Google non hanno alcuna intenzione di rimanere indietro.

Entrambi i brevetti sono stati pubblicati recentemente, anche se erano originariamente stati presentati nel 2015. Questo significa che, per quanto Uber abbia spopolato negli ultimi mesi sulle testate dei giornali, le altre società potrebbero semplicemente aver deciso di operare più segretamente.

Pur gestendo già un piccolo servizio di ride-sharing a San Francisco, uno dei nuovi brevetti di Google mostra come la società abbia intenzione di abbinare vetture a guida autonoma con app di ride-sharing. Il problema principale: come negoziare un luogo di prelievo se un’automobile a guida autonoma non è in grado di navigare sicuramente e precisamente con la stessa abilità di un conducente umano.

Waymo, la divisione di Alphabet impegnata nello sviluppo di vetture a guida autonoma, sta esplorando applicazioni commerciali della sua tecnologia collaborando con le case costruttrici; questo significa che non ha più intenzione di costruire personalmente automobili. La società, però, intende anche avviare entro l’anno i test sui suoi nuovi taxi Chrysler Pacifica.

Così facendo, la società finirà per imbattersi direttamente in Uber, che sta testando taxi autonomi a Pittsburgh (oltre a un breve esperimento a San Francisco che è stato cancellato dopo una settimana dall’avvio). Waymo potrebbe persino fare uso della tecnologia descritta nel brevetto di Google per condurre i suoi test.

Nel frattempo, un brevetto registrato da Amazon descrive un sistema che dovrebbe permettere alle vetture autonome di gestire le corsie per le inversioni di marcia, dove il flusso di traffico varia in base alla necessità. Si tratta di un trucco che permette di ottimizzare la viabilità con percorsi relativamente stretti, ma un sistema di guida autonoma non adeguatamente preparato potrebbe ugualmente restarne confuso.

La soluzione di Amazon al problema non è tanto interessante quanto il significato che ha per la società stessa. Alcune voci mormoravano in passato che il colosso stesse lavorando a piani dedicati a vetture a guida autonoma. Una ipotesi del genere si sposerebbe bene con la visione ad ampio raggio, di assumere un maggiore controllo sulla logistica delle sue spedizioni. Il nuovo brevetto darebbe adito a queste speculazioni.

Anche in questo caso, Amazon si troverebbe a competere con Uber. La società di trasporti privati sta supportando la ricerca e sviluppo di camion da rimorchio autonomi, originariamente sviluppati da Otto, ed ha intenzione di fare del servizio di trasporti pesanti ciò che ha fatto del servizio taxi, introducendo la pratica delle tariffe di surge pricing nel sistema.

Uber, avrà pure ufficializzato il suo forte sostegno allo sviluppo di vetture a guida autonoma, dando l’impressione di essere in vantaggio nella corsa all’automazione dei trasporti di beni e persone. A quanto pare, però, potrebbe presto trovarsi a competere con diversi pesi massimi.

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