Cinque miliardi di persone potrebbero rimanere senz’acqua entro il 2050. In Nigeria Eni dimostra come si possano aiutare le comunità locali. In modo sostenibile
Lisa Ovi
L’acqua, soprattutto l’acqua dolce, è così fondamentale alla nascita ed al sostentamento della vita. Persino nell’esplorazione dello spazio la ricerca dell’acqua è una delle sfide principali per il nostro futuro di viaggiatori interstellari.
Naturalmente l’acqua è anche una risorsa economica e non solo per attività come l’agricoltura o l’allevamento, ma anche a livello domestico e industriale, nella produzione di energia idroelettrica, così come nel mantenimento di ecosistemi come foreste e zone umide, lacustri e fluviali. La scarsità d’acqua comporta la scarsità di cibo, l’aumento dei prezzi delle materie prime e, a lungo termine, può causare, come è già successo in passato, disordini e guerre.
All’esplosione della pandemia da Covid-19 nel 2020, il primo consiglio condiviso da tutti i servizi sanitari del mondo è stato: lavare ed igienizzare tutto, non solo le mani, ma qualunque superficie con cui venivamo in contatto. La disponibilità e l’accesso ad acqua pulita e servizi igienici è stata fondamentale nella lotta contro il virus a favore della salute e del benessere di milioni di persone.
Non è un caso che l’accesso ad acqua pulita e servizi igienici sia l’Obiettivo numero 6 dei 17 dichiarati dalle Nazioni Unite come indispensabili per uno Sviluppo Sostenibile.
Attualmente, due miliardi di persone in tutto il mondo vivono in aree soggette a stress idrico e lo stesso varrà per più della metà della popolazione mondiale entro il 2050, se non interverremo al più presto. Il cambiamento climatico sta già accelerando la crisi idrica mondiale con l’estensione ed il prolungamento dei periodi di siccità e con intense inondazioni.
Particolarmente impegnata sul fronte della disponibilità di questa materia prima così preziosa è la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Food and Agriculture Organization), istituto con sede a Roma creato con lo scopo di lottare contro la fame nel mondo, sostenere la produttività agricola, migliorare la vita delle popolazioni rurali e contribuire alla crescita economica mondiale nel territorio.
Come spiega sul proprio sito: ‘L’agricoltura deve affrontare sfide complesse da qui al 2050 per soddisfare una popolazione stimata di nove miliardi. Una certezza, tuttavia, è che sarà necessaria più acqua per produrre il 60% di cibo extra necessario. Il lavoro della FAO sull’acqua si concentra su un uso più efficiente, equo e rispettoso dell’ambiente dell’acqua in agricoltura.
Tra i ‘punti caldi’ della crisi globale dell’acqua la FAO segnala la Nigeria, un paese dove le problematiche socio-economiche, l’esposizione ai cambiamenti climatici e i conflitti interni hanno alimentato un’emergenza umanitaria senza precedenti. Per affrontarla, il Governo Federale della Nigeria ha chiesto il sostegno delle aziende energetiche presenti sul territorio nell’implementare iniziative sostenibili, come il progetto di collaborazione triennale siglato nel 2018 con Eni e FAO.
Il sostegno delle comunità locali con progetti studiati ad hoc per affrontare le necessità delle comunità presenti sui territori in cui opera è uno degli obiettivi più chiari della multinazionale dell’energia italiana. Eni è attiva nel mondo con progetti di conservazione delle foreste e della biodiversità, iniziative per l’istruzione e lo sviluppo economico, per la difesa dei diritti umanitari o la distribuzione di vaccini.
L’obiettivo dell’Accordo era contribuire agli interventi umanitari per gli sfollati interni (IDP) e le comunità ospitanti colpite dalla crisi del lago Ciad, ma anche promuovere l’accesso all’acqua pulita e sicura nel Paese tramite la realizzazione di pozzi alimentati da sistemi fotovoltaici.
I risultati delle iniziative per l’acqua condotte da Eni in Nigeria sono stati presentati l’anno scorso in un e-book (qui liberamente scaricabile) chiamato Nigerian Water stories, realizzato a testimonianza di come l’accesso all’acqua abbia portato allo sviluppo umano e ambientale, alla crescita economica ed un rafforzamento della salute.
Come spiega Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni: “La collaborazione triennale con FAO è un esempio virtuoso di partnership tra il settore pubblico e privato e dimostra l’importanza della condivisione di risorse, competenze e del coinvolgimento delle comunità locali nel percorso di trasformazione del Paese”.
L’accordo ha portato alla realizzazione di un totale di 22 impianti idrici a energia solare: 5 nell’Abuja Federal Capital Territory e 17 nel nord-est della Nigeria (5 nello Stato di Borno, 5 nello Stato di Adamawa e 7 nello Stato di Yobe). Gli ultimi 11 sono stati consegnati proprio nel marzo 2022, negli Stati di Borno e Yobe.
Complessivamente, l’iniziativa contribuisce a un avanzamento dei servizi igienico-sanitari a beneficio di circa 67.000 persone. Tutti gli impianti idrici sono alimentati a energia solare e sono dotati di sistemi di alimentazione di riserva per garantire disponibilità in modo sostenibile. Alcuni pozzi sono dotati di un impianto a osmosi inversa per trattare e purificare le risorse idriche.
L’iniziativa ha supportato il ritorno ad una vita normale per le comunità coinvolte nell’insurrezione del 2009, causa di sfollamenti senza precedenti e gravi interruzioni delle attività agricole, dell’allevamento e della pesca. Il piano è stato fin da subito quello di garantire che gli sfollati e le comunità ospitanti avessero accesso ad acqua pulita per l’uso domestico e per l’agricoltura.
La collaborazione con FAO è stata orientata, inoltre, a garantire la sicurezza alimentare e una corretta nutrizione. Le autorità locali competenti sono state coinvolte nell’implementazione del progetto, per fornire supporto nella formazione e per sensibilizzare le comunità sulla gestione dell’acqua e sulle pratiche per la sostenibilità a lungo termine.
Una selezione di immagini sull’accordo di collaborazione che promuove l’accesso idrico sicuro e pulito nel Paese festeggia il successo di un’iniziativa che può essere portata ad esempio dell’importanza di costituire partnership per lo sviluppo sostenibile ed il valore del Fare Insieme sul lungo termine.
(lo)