Gli abitanti di Tokio hanno probabilmente avuto 80 secondi di preavviso prima che il terremoto devastante partito 373 km di distanza colpisse la città. Questo grazie ad un sistema di ‘allarme precoce’ (early warning’).
Il Giappone vanta il sistema più avanzato con oltre 1000 sismografi sparsi nel paese. Nel loro insieme, essi rivelano i primi piccoli tremori,e permettono di dare l’allarme non solo a settori vulnerabili quali le ferrovie o le centrali elettriche in modo che possano essere ridotte le velocità dei treni ad alta velocità o abbassare i livelli di potenza, ma anche allertare via radio, tv, sms o internet la popolazione nel suo insieme.
I sismografi percepiscono i primi segnali di un terremoto, (le onde P, a piccola lunghezza d’onda, generalmente poco dannose) e calcolano la localizzazione dell’epicentro. Le onde S , a lunghezza maggiore, ed assai più pericolose, seguono pochi secondi dopo. Il terremoto di ieri è iniziato alle 5.46 GMT e sono stati necessari circa 10 secondi ai sismografi per concludere che si trattava di una cosa molto seria, e quindi lanciare l’allarme. Le onde più dannose viaggiano ad una velocità di circa 4 km al secondo e quindi sarebbero stati necessari circa 80 secondi per colpire Tokio , sostiene Stephane Rondenay, Geofisico al MIT. (80 secondi non sono molti, ma possono essere sufficienti a trovare un riparo, a interrompere un intervento chirurgico, o uscire da un ascensore.
Altri paesi, quali Taiwan e Messico stanno installando lo stesso sistema e la California ne ha allo studio uno nuovo all’Università di Stanford, che rileverebbe anche segnali dagli accelerometri ormai presenti in tutti gli smart phones e tablet PCs ( Quahe-Catcher Network). Gli allarmi per Tsunami richiedono molto più tempo prima di essere lanciati. Il Governo Giapponese ha dato un “allarme Tsunami locale” tre minuti dopo il terremoto e il Pacific Tsunami Warning Center ha lanciato un allarme regionale nove minuti dopo. Questi tempi più lunghi sono il risultato di necessità di calcolo molto più complesse, che debbono tener conto della conformazione e delle deformazioni del fondo dell’oceano dove il terremoto si è sviluppato, e di quale tipo di movimento il terremoto ha generato.
Troppi falsi allarmi, dice sempre Rondenay, farebbero cadere la credibilità del sistema, e allarmi troppo precoci non permetterebbero indicazioni precise sui tempi di arrivo delle onde in regioni lontane. Fortunatamente gli tsunami pur viaggiando molto velocemente (quasi 1000 km all’ora) sono molto più lenti dei terremoti.
I residenti dell’area più colpita hanno avuto circa 15 minuti di preavviso e Tokyo 40.
Credito fotografico: AP Photo/Kyodo News