Nonostante gli strumenti per lavorare da remoto, il traffico pendolare non calerà

Continueremo ad aver bisogno di andare in ufficio per rimanere produttivi.

di Erin Winick

Ci sono buone probabilità che per andare a lavoro dobbiate muovervi da pendolari.

Non siete certamente soli. Secondo lo U.S. Census, oltre 139 milioni di persone negli Stati Uniti hanno viaggiato per lavoro nel 2014; E per quanto strumenti di lavoro remoto quali Skype e Slack possano far credere i colletti bianchi che il pendolarismo sia prossimo a finire, le cose non stanno andando esattamente così.

Di fatto, il lavoro da remoto si è rivelato fattibile per alcune imprese – per molte altre, però, non esiste ancora un sostituto alla presenza fisica, all’interazione e alla creazione collettiva di una coltura negli ambienti di un’azienda. Le società della Silicon Valley allestiscono deliberatamente degli ambienti altamente sociali partendo dal design dei loro edifici, pensati per massimizzare l’occasione di incontro fra i vari dipendenti. Come evidenziato da Harvard Business Review, i team impegnati in operazioni complesse hanno bisogno di trascorrere del tempo assieme nello stesso ambiente fisico per riuscire a cogliere spunti non verbali e legare maggiormente fra loro, portando così a risultati più performanti.

Gli strumenti di lavoro online devono ancora replicare queste esperienze di squadra. Società come yahoo, Bank of America, Reddit ed IBM hanno collaudato programmi di lavoro remoto su grande scala solo per ridimensionarli o addirittura cancellarli poco dopo. Quando Yahoo ha riportato i suoi dipendenti in ufficio nel 2013, ha spiegato loro che “alcune delle idee e decisioni migliori nascono da conversazioni che avvengono durante le pause in ufficio, l’incontro con nuove persone e le riunioni fra i team di lavoro”. Otto mesi dopo, la società avrebbe registrato un incremento nella produttività e nella complicità del personale.

Il lavoro remoto è aumentato nell’ultimo decennio, ma i lavoratori che operano esclusivamente da casa ed evitano spostamenti regolari sono ancora rari. Global Workplace Analytics stima che appena il 2.8 percento della forza lavoro statunitense lavora da casa almeno a metà tempo.

Per mettere fine agli spostamenti pendolari dei lavoratori, potenti strumenti tecnologici attualmente poco diffusi dovranno spopolare. La realtà virtuale potrebbe rientrare nell’elenco. Trasmettendo l’impressione di una esperienza sociale – la sensazione che le persone attorno a noi nella VR siano reali, o almeno abbastanza reali da sembrare credibili – il lavoro da remoto potrebbe ricevere una ulteriore spinta.

Come spiegato recentemente a Pacific Standard da Jeremy Bailenson, uno psicologo della Stanford University, “una lunga fila di ricerche sulla presenza fisica nella VR accenna alla nostra tendenza di trattare rappresentazioni digitali più o meno come persone reali. Difatti, persino la convinzione di interagire con la rappresentazione in tempo reale di una persona ci porta ad assumere un comportamento differente rispetto a quello che avremmo di fronte a un algoritmo”.

(MO)

Related Posts
Total
0
Share