Lo scienziato cinese indagato per il suo utilizzo di CRISPR cita un rapporto statunitense a supporto della sua ricerca

He Jiankui giustifica la manipolazione genetica di due bambine con una pubblicazione dei National Academies of Sciences.

di Antonio Regalado

Chi ha l’autorità per dare il via libera alla manipolazione genetica dei bambini?

Secondo He Jiankui, la risposta è semplice: gli US National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine.
Questo secondo un documento del marzo 2017, scritto da He, professore della Southern University of Science and Technology di Shenzhen, Cina, a supporto di quello che dichiara ora essere il primo caso creazione riuscita
di bambini dal DNA modificato usando lo strumento di gene-editing CRISPR quando erano ovuli in laboratorio.
È ora indagato da svariati enti cinesi per una possibile infrazione di regolamenti etici.

La dichiarazione etica pubblicata da He Jiankui nel 2017 cita un rapporto statunitense per giustificare la produzione di bambini geneticamente modificati.

Nella sua proposta (vedi immagine), He assicura i revisori etici dell’ospedale che andrà tutto bene. Spiega come solo il mese prima, nel febbraio 2017, le US Academies avevano approvato “per la prima volta” l’idea di manipolare geneticamente embrioni allo scopo di trattare malattie serie. Questo a dispetto del fatto che le US Academies non sono un ente regolatore o governativo, non hanno il potere di approvare o proibire specifici esperimenti. Non solo, il report delle US Academies sul gene-editing di quell’anno dichiarava che il gene-editing ereditario “non è ancora pronto per essere utilizzato sugli umani.”

Alle orecchie di He, l’unica cosa importante era la conclusione fondamentale del rapporto letto. Nonostante i molti inviti alla cautela, il rapporto non supportava una moratoria generale sui bambini CRISPR, ma ammetteva la possibilità di un’applicazione della tecnica a fini terapeutici.

La ricerca a sorpresa, che a sua detta avrebbe portato alla nascita di due bambine, è ora oggetto di critica a pochi giorni dal summit internazionale di Hong Kong che vede raccolti molti degli autori del medesimo rapporto. He non è quindi l’unico sotto osservazione, ma anche gli esperti che hanno dichiarato inevitabile la tecnologia con effetto sulla linea germinale.

Secondo Benjamin Hurlbut, bioetico della Arizona State University, il problema sarebbe la caccia competitiva alla nuova scoperta, “anche quando ci sono dubbi seri sull’utilizzo delle tecniche che vengono sviluppo.”
“I ricercatori possono anche continuare ad affermare che le loro ricerche di ‘base’ non hanno nulla a che vedere con le successive applicazioni cliniche ,” spiega. “Per decenni la ricerca è stata rivolta alla scienza successiva, sparando prima di fare domande. É una situazione che abbiamo creato noi stessi, difficile da disarmare.”

Non è cosa da poco, soprattutto ora che i ricercatori stanno facendo progressi sul fronte del controllo degli embrioni e delle cellule staminali tali da poter portare a nuovi sistemi riproduttivi —ovvero nuovi metodi per dare a vita esseri umani.

“Le pedine sono allineate e puntate verso un utilizzo ad ampio raggio che molte, molte persone troveranno irresponsabili e inaccettabili,” spiega Hurlbut. “Come dimostra la storia delle tecnologie per la procreazione assistita, ci vuole poco a passare da una tecnica di laboratorio alla creazione di bambini, anche quando ancora sussistono serie incertezze.”

Il problema sta nel fatto che gli scienziati proteggono gelosamente la propria autonomia e non desiderano regolamenti governativi che possano impedire future scoperte. Questo è il motivo per cui, tra di loro, raramente si sente dire “No, mai” a nuove aree di ricerca.

Gli US Academies hanno pubblicato una dichiarazione
di risposta all’annuncio di He sulla nascita di bambini CRISPR, semplicemente reiterando le stesse conclusioni raggiunte nel 2017 già citate dallo scienziato.
“Dichiarazione molto deludente e blanda da parte degli organizzatori del #GeneEditSummit sulla notizia del progetto #CRISPR da parte di uno dei loro speaker previsti. Di base, non dice nulla,” twitta Paul Knoepfler, biologo specializzato in cellule staminali.

(lo)

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