La 23andMe conduce un immenso studio sulla perdita di peso

La società dedicata ai test genetici da banco raccoglie 100.000 volontari alla ricerca di geni correlati al successo nella dieta.

di Antonio Regalado

La 23andMe, società specializzata in test del genoma, sta conducendo un ‘gigantesco studio’ dedicato alle basi genetiche della perdita di peso, in cui spera di coinvolgere almeno 100.000 individui.

La società di Mountain View, in California, ha offerto a 1.3 milioni dei propri clienti la possibilità di partecipare al progetto accettando di aderire per tre mesi ad una di due diete o ad un piano di allenamento, mantenendo la 23andMe informata sulle misure del proprio girovita.

Lo studio potrebbe rivelarsi il più completo ad ora condotto per determinare quale collegamento possa esistere tra i geni di un individuo ed il successo di una dieta. La 23andMe spera di ottenerne un modello di comportamento capace di elaborare consigli dietetici personalizzati da allegare ai propri test genetici da banco.

Esistono già una dozzina di test del DNA che promettono indicazioni sulla dieta ottimale dell’individuo testato, ma sono stati fatti oggetto di critiche feroci da parte della comunità medica. I consigli ottenuti, infatti, non sarebbero sbagliati, ma così comuni da non necessitare di un costoso test genetico.

Secondo la 23andMe, ciò ce mancava ai precedenti studi su possibili collegamenti tra DNA e dietetica, era un numero sufficiente di partecipanti da identificare correttamente i fattori genetici coinvolti. La società detiene ora le informazioni genetiche relative a 3 milioni di clienti. Si tratta di una delle più grandi banche dati genetiche del mondo.

I clienti che hanno inviato alla 23andMe campioni della propria saliva hanno ricevuto in cambio informazioni sulle origini geografiche dei propri antenati, su eventuali nessi con gli antichi uomini di Neanderthal e qualche indicazione su possibili rischi di malattia. Ciò che la società non è stata in grado di fare è stato associare previsioni sulla massa corporea dell’individuo a consigli su come comportarsi di conseguenza.

La 23andMe ha sempre inviato ai propri clienti questionari sulle loro condizioni di salute, ma a partire dal maggio scorso ha cominciato ad esplorare la possibilità di suggerire esperimenti fai da te. Il primo è stato un test sulla soglia del dolore, seguito da uno studio sul sonno a cui aderirono 6.000 volontari.

Nel nuovo studio sulla dieta, la 23andMe assegnerà uno dei tre piani a caso a ciascun individuo. Un gruppo eviterà i carboidrati, un altro eviterà i grassi animali, mentre un altro si concentrerà sull’esercizio fisico e tutti invieranno alla società una descrizione dettagliata dell’esperienza. La società è convinta che ogni individuo otterrà in media gli stessi risultati, a prescindere dal piano assegnato, ma spera di individuare una spiegazione genetica sui motivi per cui qualcuno perde peso mentre altri ne acquisiscono, a prescindere dai consigli seguiti.

La 23andMe spera anche di dimostrare l’utilità della propria “piattaforma” nel condurre studi solitamente portati avanti da università e case farmaceutiche, un fattore di valore per una società che non solo vende a quest’ultime dati genetici, ma offre anche la possibilità di individuare individui affetti da specifiche malattie rare.

Per ora la società si muove entro limiti ben definiti. I suoi clienti sono volontari e non necessariamente quelli che gli scienziati cercano, motivo per cui gli studi a cui si interessa sono incentrati su comuni afflizioni come insonnia, depressione o, in questo caso, obesità, una condizione da cui è affetto il 37 percento della popolazione americana.

(lo)

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