La foto è stata scattata il 25 settembre 2018, poco prima che il cacciatore di pianeti si spegnesse per sempre.
di Erin Winick
Un ultimo scatto: L’immagine ritrae lo spazio attorno alla costellazione di Acquario. Alcuni riquadri sono mancanti a causa di un’avaria alla fotocamera proprio al termine della missione. Il satellite è stato mandato in pensione in orbita attorno al Sole il 30 ottobre 2018.
Una vista memorabile: L’ultima inquadratura del telescopio si è parzialmente sovrapposta a quella del suo successore, il cacciatore di esopianeti soprannominato Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS), permettendo di effettuare un confronto dei dati raccolti dai due satelliti.
Lezioni di storia: Quella di Kepler è stata la prima missione lanciata dalla NASA per andare a caccia di pianeti. Il telescopio è responsabile della scoperta di oltre 2.600 esopianeti all’interno della nostra galassia. I suoi dati, che verranno analizzati negli anni avvenire, indicano la possibile esistenza di svariati miliardi di pianeti.
La missione di Kepler ha anche permesso di svelare la diversità dei pianeti nella nostra galassia. La forma più comune fra i pianeti scoperti finora – compresa fra la dimensione di Nettuno e quella della Terra – non esiste nel nostro sistema solare.
