Il Presidente Trump ha già preso di mira il piano ambientale di Obama?

Poche ore dopo il cambio di guardia, cambiamento climatico e energie pulite sono sparite dal sito della Casa Bianca.

di James Temple

La nuova amministrazione Trump ha impiegato poco tempo a chiarire che seguirà un percorso differente, rispetto alla presidenza Obama, nella gestione del problema ambientale e delle energie rinnovabili. Lo scorso venerdì, poco dopo il giuramento di Trump per diventare il 45° presidente degli Stati Uniti, sul sito della Casa Bianca è comparsa una nuova pagina denominata “An America First Energy Policy Plan”. Cospicuamente, la URL dedicata al cambiamento climatico è sparita.

Il nuovo piano energetico non menziona in alcun modo il solare, l’eolico o altre fonti di energia sostenibile. La sola voce che si avvicina lontanamente a questo concetto è l’impegno a sviluppare la “tecnologia per il carbone pulito”, per quanto questa non sia ancora stata dimostrata in termini di scala ed efficienza economica.

“Troppo a lungo siamo stati frenati da pesanti normative sulla nostra industria energetica”, si legge nel piano. “Il Presidente Trump si impegnerà a eliminare norme nocive e superflue quali il Climate Action Plan e la regola Waters of the U.S. La rimozione di queste restrizioni aiuterà enormemente i lavoratori americani, incrementando gli stipendi di oltre $30 miliardi nell’arco dei prossimi 7 anni”.

Il Climate Action Plan di Obama richiamava alla necessità di abbattere le emissioni di gas serra, potenziare le fonti rinnovabili, ridurre lo spreco energetico, proteggere le risorse naturali e preparare la nazione agli effetti del cambiamento climatico. La regola sull’acqua estendeva sensibilmente la lista di fiumi, laghi e zone umide da proteggere secondo i canoni indicati dalla Environmental Protection Agency e la Army Corps of Engineers.

“Questa norma fornirà la chiarezza e certezza di cui imprese e industria necessitano per sapere quali acque sono protette dal Clean Water Act, e farà in modo che chiunque inquini consapevolmente le nostre acque venga punito”, aveva detto Obama in una dichiarazione in seguito all’approvazione della norma.

L’attuale piano energetico accenna a una “riorganizzazione” dell’EPA e della sua “missione fondamentale” di proteggere aria ed acqua. Questa dichiarazione lascia intendere che Trump cercherà di ridurre la responsabilità dell’agenzia nel regolare le emissioni di gas serra, una tattica dell’amministrazione Obama che era stata ampiamente criticata da parte dei conservatori e degli operatori dell’industria dei combustibili fossili.

Il piano presentato sul sito della Casa Bianca ribadisce le promesse fatte da Trump durante la campagna elettorale sul tema dell’industria del carbone. Gli esperti, però, continuano a sostenere che la sfida principale non si trovi nelle normative governative, ma nell’incapacità dell’industria di competere con il prezzo del gas naturale.
L’amministrazione Trump mira inoltre a incrementare drasticamente l’esplorazione di depositi di scisto e petrolio, sul suolo federale e altrove, sostenendo che vi siano all’incirca $50 trilioni di riserve da sfruttare. I guadagni sulla produzione di energia, presumibilmente dalla concessione di licenze per lo sfruttamento delle riserve sul suolo federale, verrebbero reinvestiti nella “ricostruzione di strade, scuole, ponti e infrastrutture pubbliche”.

L’America First Energy Policy Plan emerge pochi giorni dopo la pubblicazione di un rapporto su The Hill che cita l’intenzione dell’amministrazione Trump di attuare drastici tagli al Dipartimento dell’Energia, tagli che potrebbero ridurre i finanziamenti a favore di fonti di energia rinnovabile e tecnologie per il sequestro di anidride carbonica.

Il pericolo insito in questo piano sta nel fatto che qualunque azione a sostegno dei combustibili fossili, unitamente al rallentamento della transizione a fonti più pulite, incrementerà l’emissione di gas serra proprio nel periodo in cui il pianeta ha bisogno di intervenire drasticamente sull’inquinamento.

Vice un sorprendente consenso scientifico che le emissioni di anidride carbonica e altri gas serra stiano rapidamente riscaldando il pianeta, contribuendo all’innalzamento del livello dei mari, allo scioglimento dei ghiacci e all’acidificazione degli oceani. Sempre settimana scorsa, NOAA e NASA hanno entrambe confermato che il 2016 è stato l’anno più caldo mai registrato, confermando un trend che è ormai in crescita costante da tre anni.

(MO)

Related Posts
Total
0
Share